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l’ accelerazione tecnologica di costruttori e componentisti cinesi, spinta anche dalla forte crescita del mercato interno. Se fino a qualche tempo fa le Case auto occidentali detenevano lo scettro dell’ innovazione e i cinesi“ imparavano”, oggi per l’ automotive globale“ the place to be” sembra essere diventato il Paese del dragone. E i dazi di Trump non sembrano spaventare troppo.
NEL 2030 UN TERZO DEL MERCATO GLOBALE La previsione al 2030 delle analisi di AlixPartners lascia poco spazio ai dubbi: i marchi cinesi rappresenteranno circa il 30 % del mercato globale, in netta crescita dal 21 % del 2024. All’ incremento delle vendite all’ estero si affianca una costante espansione del mercato interno che, secondo il rapporto, crescerà nel 2025 del 4 %, raggiungendo i 26,8 milioni di veicoli( in netto contrasto con i cali previsti in altri grandi mercati). Il mercato cinese, che già lo scorso anno era dominato da marchi nati in loco( escludendo joint venture e brand stranieri), vede oggi oltre due terzi delle vendite appannaggio di costruttori puramente locali.“ Nel 2020 questa quota era pari al 36 % e in soli cinque anni i brand cinesi hanno conquistato la Lion’ s share del mercato, avviandosi rapidamente verso il 75 % di quota di quello interno”, dichiara Dario Duse, EMEA Leader Automotive & Industrial e Country Head Italia di AlixPartners. La piazza cinese cresce anche in valore assoluto: dai 24 milioni di veicoli venduti nel 2020 si passerà a circa 30 milioni entro il 2030. Allo stesso tempo i marchi americani, europei, giapponesi e coreani perdono rilevanza, come evidenziato dai tassi di variazione anno su anno.
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I marchi cinesi rappresenteranno circa il 30 % del mercato globale entro il 2030, in netta crescita dal 21 % del 2024
PUNTANO SEMPRE PIÙ IN ALTO I costruttori cinesi aggrediscono sempre più anche i segmenti alti, con veicoli sovraccarichi di funzionalità prevalentemente orientate al comfort e a una esperienza di movimento iperconnessa, multischermo e sempre più con guida assistita.“ Se fino a qualche anno fa i Saloni cinesi puntavano soprattutto su vetture dei segmenti A e B, oggi assistiamo a un grande attacco anche su segmenti molto più alti”, sottolinea Duse. Uno sguardo ai nuovi modelli presentati al Shanghai Auto Show 2025 ci dà un’ idea della direzione presa dai brand della Repubblica Popolare: i volanti sono per lo più ovalizzati( simili a quelli di Tesla), il cockpit analogico è sostituito da un display digitale e la maggior parte dei veicoli monta un maxitablet da 12-13” al centro della plancia, che integra tutte le funzionalità( clima, infotainment, gaming, shopping online). Nei segmenti superiori appaiono un terzo display per il passeggero, disaccoppiato da quello del conducente, e spesso ulteriori schermi sul retro dei sedili o a soffitto per l’ intrattenimento posteriore. L’ assenza del tunnel di trasmissione in molte elettriche crea un vano centrale di ampio volume, sfruttato per la ricarica wireless e lo storage
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, mentre i sedili offrono un comfort paragonabile alla business class di un aereo. Per garantire la sensazione di guida elettrica anche nelle ibride, i motori plug-in di piccola cilindrata( 1.2 litri) sono a quattro cilindri per ridurre le vibrazioni, mentre in Europa prevalgono i tre cilindri per ottimizzare le emissioni di CO 2
. Sono ormai oltre cento i brand New Energy Vehicle( NEV) che si contendono il mercato cinese. Nell’ ultimo anno, tuttavia, si nota un primo segnale di consolidamento: a fronte di 13 new entry 16 marchi sono usciti, segno che il mercato sta iniziando a razionalizzarsi. Va infine notato lo spostamento dell’ attenzione verso segmenti di fascia più alta( SUV grandi e premium) e l’ emergere di versioni maggiormente sportive per supportare le esportazioni. Per la prima volta si sono infatti viste auto elettriche di segmento C con dettagli“ corsaioli” come freni carbo-
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