PARTS Giugno 2024 | Page 94

Management

tra le Case auto , sia nella visione globale delle singole cancellerie europee . Mentre si potrebbe pensare che i produttori di veicoli siano fortemente favorevoli ai dazi in difesa dei propri interessi scopriamo che al contrario , soprattutto i tedeschi , sono invece nettamente contrari a daziare le auto elettriche Made in China , per la semplice ragione che il loro progetto ( io ritengo originario ) era ed è proprio quello di delocalizzare “ per motivi di forza maggiore ” le produzioni di vetture a batteria nel Paese asiatico abbassando nettamente i costi , sperando poi di venderle in Europa ai prezzi correnti . Il CEO di Stellantis Tavares , inoltre , ha per molti versi una posizione analoga e avendo probabilmente già compreso l ’ impossibilità di competere col sistema industriale di Pechino ha addirittura stretto accordi per commercializzare in Europa le vetture elettriche della cinese Leapmotor . Non sorprende dunque che anche il Governo tedesco tentenni e sia contrario ad imporre dazi , anche per il motivo che la Germania è di fatto l ’ unico Paese europeo la cui bilancia commerciale è in equilibrio con quella cinese e la paura di ritorsioni fa tremare i polsi al sistema industriale teutonico . Poco importa al Governo di Berlino se il resto dell ’ Europa si trova in un sostanziale deficit , e ciò rappresenta molto bene quale sia lo stato dell ’ attuale coesione programmatica all ’ interno dell ’ Unione Europea . L ’ Italia , che in questo contesto è come un vascello in un mare in tempesta , sebbene non abbia più un ’ industria automobilistica indipendente possiede però un portentoso apparato produttivo nel settore della componentistica , che si troverebbe senza più clienti e non trovando più sbocchi soccomberebbe rapidamente con i suoi quasi trecentomila addetti . I rischi di imporre tout court l ’ automobile elettrica erano logici e ben noti da tempo ma sono stati totalmente ignorati , con la conseguenza che lo svuotamento delle fabbriche automobilistiche europee sarebbe soltanto questione di tempo .
Che fare , quindi ?
Inutile tentare di vedere il bicchiere mezzo pieno come fanno alcuni operatori del settore . Se è vero che i fatti sono oramai chiarissimi e servono decisioni politiche forti che rimettano ordine al caos che la stessa politica ha generato , è pure vero che le cose sono già andate parecchio fuori controllo . Il settore in tutta Europa impiega troppe persone per lasciare al mercato o al caso le scelte strategiche , soprattutto per il fatto che la Cina non può essere considerata né un competitor leale né uno inquadrabile in un sistema capitalistico di mercato . Competere con chi ha valori totalmente diversi dai propri non porta alcun vantaggio e non può prevedere una soluzione di compromesso accettabile . Non vi è alcun dubbio che se le elezioni europee formeranno una maggioranza diversa da quella attuale , si provvederà a cambiare la folle legislazione sull ’ inutile decarbonizzazione europea . L ’ eventuale scelta delle Case auto di spostare in Cina gli impianti produttivi e di conseguenza quelli dei loro fornitori appare alquanto rischiosa perché soggetta a pericolose ritorsioni , alla luce di ciò che è recentemente successo in Russia ad alcune aziende italiane . La prudenza e la lungimiranza devono guidare i manager a fare scelte responsabili e non dettate solo da vantaggi di breve termine che esse potrebbero comportare . I Governi europei devono altresì meditare bene prima di lasciare impiantare sul proprio territorio fabbriche cinesi , che sarebbero solo paraventi per aggirare gli inevitabili dazi sull ’ importazione di veicoli elettrici . Se non sarà il buon senso a suggerire a politici e manager come agire , sarà il senso della storia a farlo che con la probabile invasione di Taiwan non lascerà più scampo a dubbi . Dobbiamo solo scegliere se guidare gli eventi o farci travolgere per l ’ ennesima volta dalla scarsa lungimiranza ideologica europea .
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