PARTS Aprile 2025 | Page 78

Management

energia. Tra le altre cose, si prevede che entro il 2026 il consumo globale di queste tecnologie raggiungerà la stratosferica cifra di 1.000 tWh annui, che grosso modo corrisponde all’ intero consumo elettrico del Giappone. L’ Italia, per fare un esempio più attinente alla nostra realtà, consuma 300 tWh di energia elettrica l’ anno ripartita in un 45 % per l’ industria e nel 30 % per i servizi. In prospettiva solo i consumi elettrici per l’ informatica raggiungeranno nei prossimi anni i 9.000 MW necessari 24 ore su 24, pari a 10 reattori nucleari, e senza una rivisitazione del nostro apparato energetico il nostro Paese dovrà più che raddoppiare le importazioni di energia da Paesi terzi. Gli attuali regolamenti europei sulle emissioni, che prevedono una riduzione del 55 % entro il 2030 delle stesse rispetto al 1990, stanno nel contempo creando una carenza energetica sempre più accentuata obbligandoci di fatto ad una decarbonizzazione spinta( e alquanto inutile) che sta provocando un innalzamento vertiginoso dei costi. Se è vero che i grandi consumi energetici del futuro saranno distribuiti equamente nelle 24 ore, non è ben chiaro come le energie rinnovabili( per definizione scostanti) riusciranno a soddisfare le caratteristiche della crescente domanda.
Siamo giunti al capolinea?
Tutti questi controsensi, che sono solo alcuni esempi di una grave mancanza di una linea politica chiara e coerente, disattendono le aspettative dell’ apparato produttivo e destabilizzano la coscienza dei cittadini europei. Le imprese, non sapendo più quali siano le vere intenzioni di Bruxelles, congelano i propri investimenti mentre la gente comune sta perdendo affezione e fiducia nelle istituzioni europee, che francamente si espongono a proclami e spot poco credibili come quello recente della Commissaria belga che suggerisce di preparare un kit di guerra in caso di attacco( di chi non è dato sapere), dando parecchio lavoro a comici e caricaturisti. La faccenda Ucraina, dove russi e americani hanno escluso di fatto l’ Unione Europea dalle trattative, segna in maniera quasi definitiva la fine dell’ influenza politica del continente europeo, ma ancor peggio dei suoi Stati più rappresentativi.
Ci stiamo avvicinando a grandi passi verso una ristrutturazione dell’ istituzione europea? Quali saranno le conseguenze per l’ euro e per l’ economia continentale? Nonostante i bellicosi proclami di Francia e Regno Unito, senza la copertura aerea, satellitare e nucleare americana non c’ è alcuno spazio né di difesa né di manovra. Farebbero bene le élite del Vecchio Continente a meditare molto sul da farsi prima di affossare l’ Europa in un guaio talmente grande da non avere più una via d’ uscita. Ci abbiamo già provato un paio di volte nella storia recente d’ Europa e sarebbe cosa opportuna averne imparato bene la lezione. ■
78