Possiamo leggere dal “Regulae cenandi“ del XIII secolo: prima di tutto si doveva sfamare i poveri perché “sfamando un povero si sfama Dio” era un modo per avere la coscienza pulita poi dopo la preghiera si può cominciare a mangiare; in secondo luogo quando si doveva bere (in due da una coppa) bisognava prima di tutto pulirsi la bocca, bisognava mangiare in silenzio, senza giudicare il cibo mangiato, non bisognava giocherellare con il pane, non bisognava riporre il coltello nella fodera subito, ma si aspettava che un buon numero di persone avessero finito di mangiare, i cibi erano tagliati prima di arrivare a tavola e solo gli ospiti importanti erano forniti di un coltello; Infine bisognava lodare Dio ringraziare chi ti ospitava e bere del buon vino in compagnia.
Alcune ricette tipiche sono: il brodo di manzo, che doveva essere cotto per tre ore a fuoco lento a mollo in acqua con spezie e verdure poi la carne veniva tolta ed era già speziata mentre il brodo poteva essere usato come condimento in altri piatti; questa era una ricetta comune, un altra può essere l’anguilla abbrustolita in salsa che invece era più ricercata dai nobili ma oltre alle carni erano molto apprezzate le torte sia salate che dolci come la torta di zucca(dolce) o la torta di cipoll
ricercata dai nobili ma oltre alle carni erano molto apprezzate le torte sia salate che dolci come la torta di zucca(dolce) o la torta di cipolle(salata).