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potrà mai toglierti o farti smarrire,
perché custodito per sempre nello scrigno
più prezioso, quello del cuore”.
Il cuore: ciò che Manu mostra ogni
volta che scende in campo, ciò che ha
mostrato sul podio in occasione del suo
secondo scudetto vinto, indirizzando
il gesto verso i tifosi in festa. “Il
cuore ha ragioni che la ragione non
conosce”, recita un celebre aforisma di
Pascal: senza dubbio, sono le ragioni
del cuore a muovere i passi di Manuela
nel volley come nella vita. Quanto più
la vicenda di Piacenza ha lasciato in
molti appassionati e addetti ai lavori
una sensazione di incertezza, tanto
più colpisce la serenità del capitano,
la sua felicità, la sua assenza di dubbio
o di rancore nei confronti di un
comportamento societario nel quale
in tanti hanno ravvisato aspetti poco
limpidi, o quanto meno sconcertanti.
“Il motivo per cui resto a Piacenza e
continuo a giocare – nonostante da
cinque anni mi dica: questo è l’ultimo
- si trova nel cuore, nel simbolo che ho
mostrato sul podio. Io amo la pallavolo,
mi diverto, mi pongo obiettivi diversi
ogni anno, perché ogni anno è la vita che
mi pone di fronte a situazioni diverse, a
sfide nuove... e io adoro le sfide”.
I tre anni con la maglia della
Rebecchi
Nordmeccanica
sono
l’emblema di quella per Manu è una
filosofia di vita: tre anni a loro modo
esaltanti, intensi, soprattutto perché
condivisi. “ Non sono mancate mai le
lacrime, finora, in questa avventura
piacentina, perché non sono mai mancate
emozioni profonde e intense. Ricordo
come se fosse adesso il giorno della finale
di coppa Italia 2012: noi a Modena, in
finale contro Busto Arsizio, abbiamo
perso una gara quasi a senso unico, e
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