B-SIDE
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le spalle al muro, avendo nei miei confronti
insieme pretese e comprensione. Da qui è
partita la voglia di ripagarle, di superare le
difficoltà a livello culturale, e alla fine posso
dire di aver vissuto due esperienze bellissime,
presenti di certo nel mio sogno di bambina,
vissuta forse un po’ tardi rispetto a quanto
mi aspettassi, ma anche nel momento giusto,
in quello cioè in cui ero davvero pronta
per farlo. Questo non significa che non
abbia fatto fatica: per via della lingua mi
mancava soprattutto l’immediatezza della
comunicazione, per cui posso dire che il
ruolo di straniera è molto diversa da quello
di leader, anche se a volte possono coincidere
e anche se entrambi costituiscono in un certo
senso il perno di una squadra. A Vicenza
mi sono sentita un punto di riferimento: mi
hanno fatto sentire tante responsabilità e
questo mi ha motivato a tal punto che credo
che i numeri rispecchino una stagione vissuta
intensamente su tutti i fronti”.
Una leadership che non è stata vissuta in
solitudine, quella di Elisa a Vicenza, ma che
si è fusa con un grande lavoro motivazionale
nel quale tutta la squadra è stato
coinvolto fino a partecipare attivamente e
creativamente alla costruzione del gruppo:
“Avevamo uno slogan, creato dai tifosi e che
abbiamo fatto nostro, We hAve 1 dream. Ci
ha accompagnato durante tutta la stagione ed
è diventato importante soprattutto durante
i play off. Attorno a questo slogan ci siamo
ritrovate, ma non è stata l’unica consuetudine
che