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squadra ero tra le veterane: per
me non è stato un peso, anzi, per
la prima volta mi sono trovata
ad essere l’esempio da seguire
in campo e fuori dal campo.
Il fatto di aiutare, consigliare,
cercare di far vedere le cose da
un’altra prospettiva a chi era in
difficoltà, è stata anche per me
un’esperienza bellissima, che mi
ha fatto crescere”.
Non dev’essere stata una
novità
trovarsi
al
centro
dell’attenzione dopo due anni
trascorsi
vestendo
i
panni
della straniera, tra l’altro in
due campionati diversi, quello
polacco e quello francese: un
esodo quasi forzato perché
un’atleta di valore come Elisa
non ha trovato spazio nel nostro
campionato. “Oggi so di essere
un’atleta che vale, o meglio, sono
consapevole di quanto valgo,
non soltanto dei miei limiti:
nella mia carriera ho sempre
dovuto dimostrarlo. Due anni
all’estero mi hanno fatto crescere
molto a livello personale e di
gioco, il ruolo di straniera ti
costringe a venire sempre allo
scoperto.
Sono
stata
molto
fortunata perché entrambe le
società (Bielsko Biala e Beziers,
ndr) mi hanno sempre aiutata
anche nei momenti di difficoltà,
non mi hanno mai messo con
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