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animare così con la sua classe il campionato
francese. Il profilo che si staglia nella luce
intensa di un tramonto infuocato potrebbe
essere benissimo quello di un ulivo: contorto,
eppure solido e resistente, sostenuto da una
purezza cristallina, proprio come il percorso
pallavolistico di Valeria, repentino ma
assolutamente non lineare, fato di slanci e
passi indietro necessari per avere occasioni per
crescere.
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Eppure i rami puntano dritti verso il cielo,
il cielo di Venelles, con l’aria profumata di
lavanda. “La scelta di andare a giocare nel
campionato francese è stata un po’ obbligata e un
po’ voluta. Obbligata, perché dopo due anni in cui
ho affrontato il ruolo di secondo palleggiatore,
l’esigenza di giocare è diventata una priorità:
poiché in Italia non c’era possibilità di farlo, ho
scelto di fare ciò che pensavo prima o poi sarebbe
accaduto nella mia vita, vivere l’esperienza di un
campionato diverso dal nostro. Perché proprio
la Francia invece, è una scelta che dipende da
molti fattori: il primo è certamente geografico,
poiché la Francia non è così lontana dall’Italia,
o comunque meno lontana di altri luoghi dai
quali avevo ricevuto proposte concrete. Mia
sorella Laura, da Bergamo, può raggiungermi
in cinque ore, e i miei genitori sicuramente si
organizzeranno per seguirmi il meglio possibile.
Il secondo fattore è pallavolistico: nonostante non
conosca approfonditamente questo campionato,
so che il livello si è elevato nelle ultime stagioni
e che l’approccio al volley giocato, sia da parte
degli addetti ai lavori che da parte del pubblico, è
molto positivo. Infine, perché proprio il Pays d’Aix
Venelles Volley-ball? Il progetto della squadra mi
ha convinto soprattutto per merito dell’allenatore,