Pallavoliamo Dicembre 2014 | Page 99

99 miglior giocatore: premio che mi rende molto orgoglioso». “Ma tu che giocatore eri?” «Un combattivo. Lanciavo sguardi agli avversari, una sorta di battaglia sotto rete contro campioni che poi erano anche i miei compagni in nazionale». Una volta appese le ginocchiere al chiodo, Marco da subito rimane nel mondo della pallavolo. «Ho iniziato immediatamente a lavorare con la Federazione, che mi cercava da anni, e, nell’estate del 2005, ero dirigente e accompagnatore della nazionale di Bonitta. Per i primi due anni ho ricoperto quel ruolo, prima di vestire i panni del secondo allenatore una volta arrivato Barbolini. Con la nazionale femminile ho trascorso sette anni bellissimi, con ragazze che lavoravano tantissimo, con impegno e dedizione. È stata un’esperienza formativa molto importante e ho avuto modo di partecipare a due Coppe del Mondo, due Campionati Europei e due Olimpiadi, dove abbiamo avuto un pizzico di sfortuna... Si vede che da qualche parte è scritto che l’Olimpiade non la si deve conquistare», mi dice ridendo. Conclusasi l’avventura con la nazionale femminile, Marco ora è tornato stabilmente