FENOMENI
legato emotivamente a due medaglie: quella
del terzo mondiale vinto nel 1998, e quella
dello scudetto vinto con Roma nel 2000. Sai,
in nazionale ho avuto un percorso un po’
travagliato in campo. Con Velasco ero il terzo
schiacciatore perché davanti a me c’erano
Luca Cantagalli ed Andrea Zorzi. Quando
è arrivato in panchina Bebeto, ho capito che
avrei giocato. Avevo 32 anni e ho vissuto il
terzo mondiale, vinto nel 1998, da titolare
e da protagonista. Lo scudetto vinto con
Roma nel 2000 invece è stata una mia sfida
personale, perché quell’anno mi sono rimesso
in gioco, dopo un infortunio. Mi vengono i
brividi se ripenso ai 10000 spettatori presenti
all’EUR».
98
Passaggio importante nella carriera
di Marco sono stati gli anni trascorsi a
Modena dove «saltavo centimetri in più
perché mi aiutava il tifo che c’era, e che c’è
tutt’ora, a Modena. Quelli, tra il 1994 e il
1998, sono stati anni dove ero in piena forma
fisica, e sapevo che sarei potuto arrivare ad
alti livelli. Poi è subentrata un’operazione al
gomito, necessaria perché non riuscivo più a
muovere il braccio, e ho temuto per la mia
carriera. Mi feci operare in Italia e, nell’estate
del 1998, vinsi il terzo mondiale, prima di
andare a Roma».
Lo schiacciatore toscano ha smesso
di giocare nel 2005, all’età di 38 anni.
«Ho concluso la mia attività da atleta a
Macerata, e l’unico rammarico che ho è
non aver vinto lo scudetto con la squadra
marchigiana, dopo i 3 conquistati a Parma,
2 a Modena e 1 a Roma. Però ho vinto la
Champions League, dove fui premiato come