B-SIDE
avuto e di aver colto questa occasione”. Un ritorno
emozionante, ma anche “utile”: “Vi sembrerà
strano detto da una persona adulta, ma dopo tanti
anni tornare a casa e avere l’aiuto della mamma
nelle piccole cose non è affatto male, fa molta
differenza!”.
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Eccolo, il senso pratico e la semplicità di chi
potrebbe già sentirsi una bandiera della propria
squadra, per ovvie ragioni, e invece non spera
altro che “scrivere qualche bella pagina nella storia
di questa società”. Anche perché il luogo dei primi
passi non può che accentuare un atteggiamento
di completa disponibilità e impegno nel percorso
che la squadra di cui si veste la maglia vuole
raggiungere.
“A 12 anni non sapevo nemmeno fare
un palleggio... il mio amore per la pallavolo è
decisamente tardivo, e lo devo ad un supplente del
mio prof. di Educazione Fisica delle scuole medie:
vedendomi alta e sufficientemente coordinata mi ha
esortato a provare a giocare nella società in cui lui
allenava, Vicenza. Ho accettato e mi sono ritrovata
ad amare un ambiente che mi offriva una piacevole
distrazione dagli impegno di tutti i giorni, un passa
tempo da condividere con persone positive di certo,
se non avessi incontrato il volley, non sarei andata
in cerca di altro, non ero una ragazza sportiva a
tutti i costi!”.
La pallavolo invece ha cercato Marilyn, e
ha messo sul suo cammino uno dei più bravi
allenatori che i settori giovanili italiani abbiano
avuto negli ultimi decenni. Come Monica De
Gennaro, come Valentina Tirozzi, giusto per fare