PROGETTO · PROJECT
Le aree risalenti alla fase costruttiva medievale non solo sono utilizzate come aree
espositive, ma creano un’estensione spaziale coerente con le aree già costituite
all’interno del prospetto principale.
L’area esposta degli scavi è stata chiusa con una copertura anche’essa sviluppata
in forma di altana in modo tale da definire chiaramente la zona degli scavi e, nel
contempo, creare anche un ampio spazio di circolazione che reinterpreta e rinnova
l’idea dell’altana utilizzando i mezzi del presente. Essa è in cemento rinforzato che
si trova allo stesso livello delle corti adiacenti risalenti all’epoca barocca. In questo
modo si è costituita una larga superficie che funge da percorso di attraversamento
per i veicoli, di accesso pedonale alla biblioteca e alla cripta e zona attrezzata con
panchine per la vista del panorama.
Il parapetto della terrazza è in legno, molto discreto, e si inserisce senza un forte
impatto visivo sul fronte est. L’importanza dei collegamenti visivi nel progetto
degli architetti viennesi emerge anche nello studio per l’inserimento di pannelli
di vetro al di sopra dell’area degli scavi, che permette, da quel livello, una visione
trasversale verso la facciata barocca.
Un foyer permette ai visitatori di raggiungere sia la piattaforma che gli scavi: esso
ha un design semplice ed elegante che ne fanno un intervento di grande qualità
architettonica, perché non viene percepito come elemento di contrasto ma si
integra con le architetture esistenti.
L’architettura di Jabornegg e Palffy segue regole chiare. “Non si può produrre
costantemente qualcosa di nuovo, ma è possibile presentare le cose in contesti
sempre nuovi”. Soluzioni realizzabili e discrete contraddistinguono la loro
architettura.
Il progetto ha recentemente partecipato alla terza edizione del Premio
Internazionale Restauro e Conservazione Fassa Bortolo dove è stato premiato con
la medaglia d’argento ex-aequo con il progetto di restauro e riabilitazione delle
pousada di Picote, degli architetti Cannatà & Fernandes. Oltre a risolvere problemi
statici, l’intervento è stato riconosciuto meritevole dai membri della giuria per aver
“creato ambienti museali altamente suggestivi, conservato un eccellente rapporto
dell’abbazia, anche in queste sue parti nuove, col paesaggio”.
Lea Calabrese
Dottore in Architettura, Dipartimento di Architettura, Università di Ferrara ∙
Architect, Architecture Department, Ferrara University
[email protected]
The Altenburg Benedectine
Abbey (founded in 1144) was
restored in Baroque style
during the XVII century, after
many ruinations, imbalance
and extensions.
Archaeological excavations
were necessary in 2000 to
avoid a collapse of the old
structures and to render the
entire original medioeval
substance lying underneath
Stift Altenburg accessible and
expose the area built into the
rockface, and covered over
32 paesaggio urbano 3.2013
in 1740 to create a viewing
platform.
The viennese architects
Christian Jabornegg and
András Pálffy (office
establishment in 1988) faced
the complex challenge of
creating a spatial link between
the medieval and baroque
parts of the building and a
new visitors’ foyer while also
suring up the structure of the
medieval area.
Jabornegg & Pálffy’s designs
are based on context-related
surveys and analyses. The
architects want the context
as a basic reference for
any structural interference,
interrelation of existing
structures, development
planning, architectural
quality and constructive
solutions.
Their project represents a
notable alliance between
a clearly articulated
spatial agenda, the
multifunctionality of pure
materials, wih attention to
details (colour, plaster’s grain,
etc.) as well as an intelligently
conceived static construction.
To shelter the remains a
terrace was once again
installed at the same level
as the adjoining Baroqueera courtyards. While
giving the excavation area
and the museum spaces a
clear profile with a solid
reinforced concrete ceiling,
the terrace also serves as a
spacious thoroughfare for
vehicles to drive across, gives
access to the library and
crypt and is also a viewing
platform with benches.
Band-shaped inserted glass
panels allow the excavations
to be naturally lit while
also providing a visual link
between the excavations and
the baroque façade of the
monastery. The foyer has a
simple elegant design and is
almost not perceived as an
intervention; it allows the
access to the platform and
the excavations.