Paesaggio Urbano 03.2013 | Page 34

PROGETTO · PROJECT Le aree risalenti alla fase costruttiva medievale non solo sono utilizzate come aree espositive, ma creano un’estensione spaziale coerente con le aree già costituite all’interno del prospetto principale. L’area esposta degli scavi è stata chiusa con una copertura anche’essa sviluppata in forma di altana in modo tale da definire chiaramente la zona degli scavi e, nel contempo, creare anche un ampio spazio di circolazione che reinterpreta e rinnova l’idea dell’altana utilizzando i mezzi del presente. Essa è in cemento rinforzato che si trova allo stesso livello delle corti adiacenti risalenti all’epoca barocca. In questo modo si è costituita una larga superficie che funge da percorso di attraversamento per i veicoli, di accesso pedonale alla biblioteca e alla cripta e zona attrezzata con panchine per la vista del panorama. Il parapetto della terrazza è in legno, molto discreto, e si inserisce senza un forte impatto visivo sul fronte est. L’importanza dei collegamenti visivi nel progetto degli architetti viennesi emerge anche nello studio per l’inserimento di pannelli di vetro al di sopra dell’area degli scavi, che permette, da quel livello, una visione trasversale verso la facciata barocca. Un foyer permette ai visitatori di raggiungere sia la piattaforma che gli scavi: esso ha un design semplice ed elegante che ne fanno un intervento di grande qualità architettonica, perché non viene percepito come elemento di contrasto ma si integra con le architetture esistenti. L’architettura di Jabornegg e Palffy segue regole chiare. “Non si può produrre costantemente qualcosa di nuovo, ma è possibile presentare le cose in contesti sempre nuovi”. Soluzioni realizzabili e discrete contraddistinguono la loro architettura. Il progetto ha recentemente partecipato alla terza edizione del Premio Internazionale Restauro e Conservazione Fassa Bortolo dove è stato premiato con la medaglia d’argento ex-aequo con il progetto di restauro e riabilitazione delle pousada di Picote, degli architetti Cannatà & Fernandes. Oltre a risolvere problemi statici, l’intervento è stato riconosciuto meritevole dai membri della giuria per aver “creato ambienti museali altamente suggestivi, conservato un eccellente rapporto dell’abbazia, anche in queste sue parti nuove, col paesaggio”. Lea Calabrese Dottore in Architettura, Dipartimento di Architettura, Università di Ferrara ∙ Architect, Architecture Department, Ferrara University [email protected] The Altenburg Benedectine Abbey (founded in 1144) was restored in Baroque style during the XVII century, after many ruinations, imbalance and extensions. Archaeological excavations were necessary in 2000 to avoid a collapse of the old structures and to render the entire original medioeval substance lying underneath Stift Altenburg accessible and expose the area built into the rockface, and covered over 32 paesaggio urbano 3.2013 in 1740 to create a viewing platform. The viennese architects Christian Jabornegg and András Pálffy (office establishment in 1988) faced the complex challenge of creating a spatial link between the medieval and baroque parts of the building and a new visitors’ foyer while also suring up the structure of the medieval area. Jabornegg & Pálffy’s designs are based on context-related surveys and analyses. The architects want the context as a basic reference for any structural interference, interrelation of existing structures, development planning, architectural quality and constructive solutions. Their project represents a notable alliance between a clearly articulated spatial agenda, the multifunctionality of pure materials, wih attention to details (colour, plaster’s grain, etc.) as well as an intelligently conceived static construction. To shelter the remains a terrace was once again installed at the same level as the adjoining Baroqueera courtyards. While giving the excavation area and the museum spaces a clear profile with a solid reinforced concrete ceiling, the terrace also serves as a spacious thoroughfare for vehicles to drive across, gives access to the library and crypt and is also a viewing platform with benches. Band-shaped inserted glass panels allow the excavations to be naturally lit while also providing a visual link between the excavations and the baroque façade of the monastery. The foyer has a simple elegant design and is almost not perceived as an intervention; it allows the access to the platform and the excavations.