6.3
Making
Per far sì che il progetto sia il più “open” possibile, è necessario prevedere il
più ampio numero di tecniche realizzative possibile.
Come si può evincere dal manifesto dell’architettura open source4, esiste un
trend attuale di collaborazione la condivisione dell’hardware necessario alla
produzone degli oggetti di design e dell’architettura. Stanno nascendo una
serie di laboratori di fabbricazione (Fablab) nella quale convergono abilità e
mezzi, software e hardware che consentono agl i utenti di fabbricare. Questo
processo è favorito dalla progressiva diminuzione del costo degli strumenti di
prefabbricazione Cam/Cad (frese, makerbot, macchine a taglio laser), che
diventano strumenti del quotidiano per coloro che si occupano di design, e,
in prospettiva, per tutti. Non è infatti difficile ipotizzare un futuro nel quale
anzichè acquistare oggetti prodotti in località distanti si scaricheranno dal
web i progetti, che verranno creati, tagliati, modellati e assemblati in luogo,
rendendo più sostenibile e moderno in processo di produzione: a muoversi
saranno sempre più informazioni e sempre meno materiali. Esattamente nella
direzione di questa tesi, ogni “disegno” (in realtà modello virtuale delle parti),
reso disponibile con i nuovi tipi di licenza Creative Commons5, costituisce
modello finito e fabbricabile ma anche punto di partenza di integrazioni,
modifiche, aggiunte.
Gli strumenti tipicamente utilizzati per trasporre un modello virtuale in oggetto
reale sono diversi, ma i più utilizzati sono le frese a controllo numerico, le
macchine a taglio laser, i makerbot, la stereolitografia e sinterizzazione. Non
4 en.wikipedia.org/wiki/Opensource_Architecture
5 www.creativecommons.it/
6.17 Stampante 3d Maker bot
6.19 Macchinario a taglio ad acqua
6.18 Stampante 3d a deposito
6.20 Macchinario a taglio laser
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