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4.1 L’Innovazione e La Ricerca generale della qualità della vita media. A peggiorare la situazione, l’attuale crisi economica dà chiari segni riguardo Ogni progetto, ogni ricerca, ogni sperimentazione, di conseguenza ogni la non sostenibilità del modello economico di crescita infinita basato sul innovazione, appartiene necessariamente a una di queste due categorie: sistema del debito, come già previsto da alcuni economisti4 negli anni ‘70 1.La prima è detta technology pushed (o technology driven), e ne fanno parte sulla base della seconda legge di termodinamica: ogni attività economica tutta quella serie di innovazioni spinte dalla sperimentazione di nuovi processi (nel nostro caso connessa all’innovazione) è un’azione sul sistema che ne o nuove tecnologie in cerca di applicazione sul mercato. Data la direzione del aumenta l’entropia, con il relativo processo unidirezionale di degradazione percorso di innovazione dal lato dell’offerta verso il mercato, sono anche della materia e dell’energia a esso associata, di conseguenza, essendo le dette supply-side. risorse del sistema finite (e solo ora ce ne rendiamo conto), non c’è spazio per 2.La seconda è detta demand pull, ne fanno parte tutte quelle innovazioni una crescita infinita. Il sistema sta quindi iniziando ad spingere più verso che muovono dall’analisi del mercato e delle richieste non ancora coperte da l’ottimizzazione che verso la crescita: in un mondo in cui le necessità di base prodotti, di conseguenza sono demand-side. Come sottocategoria di questi di due terzi della popolazione devono essere ancora soddisfatti, il lusso 1 ultimi si potrebbero individuare le innovazioni societal challenge driven : i diventa una perdita importante nella capacità produttiva complessiva5. bisogni di cui il mercato normalmente non si cura sono in larga parte i bisogni È di conseguenza una fortissima domanda di innovazione che migliori anziché degli strati di popolazione che non hanno potere economico, in quanto creare nuovi bisogni nell’ottica della qualità della vita la migliori, lo stesso per ritenuti fetta di mercato non interessante. In questa categoria afferiscono quanto riguarda la qualità delle relazioni umane, a fronte di un mercato di tipo tutte le innovazione disegnate nell’ottica di sfide a elevato impatto sociale. tradizionale, technology driven, che dà i primi segni di cedimento. Esse sono di grande attualità poiché il mondo affronta per la prima volta la I settori chiave dell’innovazione del ventunesimo secolo sono l’educazione, la sovrapposizione di una rapida crescita della popolazione2, degli effetti del sanità, l’abitazione (sempre più spesso temporanea e di emergenza), che cambiamento climatico dovuto al sovrasfruttamento delle risorse naturali3, di pesano intorno al 30% in media sul PIL, superandolo talvolta in alcuni stati. una quantità di rifiuti solidi mai vista prima (dovuta all’eccessivo consumismo Sono tutte economie miste pubblico-privato, nel quale la componente e alla crescita di popolazione appena citata), di un declino nella qualità di pubblica dà forti linee di indirizzo (vedi 3.5), e che richiedono modelli di acqua, aria e dei suoli dovuta all’attività umana. Tutto ciò consegue in una innovazione molto diversi da quelli che hanno funzionato per auto, scarsa disponibilità di cibo e abitazioni, con un conseguente peggioramento microprocessori, biotecnologie... La nuova dimensione del compromesso 1  Calderini, 2012 progettuale, in qualunque campo, si apre quindi verso quattro direzioni che 2  Da 1.5 miliardi a 6 miliardi nel 2000, e continuerà a crescere in Asia almeno fino al 2050 e in Africa prima erano considerate secondarie: l’impiego, il rischio, il tempo e la fino al 2100, per un totale di 10 miliardi di popolazione globale nella stessa data, vedi Cohen, 1995. 4  Geourgescu-Roegen, 1971; Schumacher, 1973. 5 Di nuovo, a causa della felicità riportata marginale prodotta da una quantitò di denaro spesa su bisogni secondari, rispetto a quella prodotta dalla stessa quantità spesa in bisogni primari, vedi Frey, 2002. 3  Acqua, foreste e specialmente le riserve di carburanti di origine fossile, per le quali stime parlano di esaurimento nell’arco di 40 anni per quello che riguarda il petrolio, 60 per i gas naturali e 180 anni per il carbone, vedi Gauzin-Müller et al, 2002. 68