prefabbricazione finita
1.13 Wichita House | R. Buckminster Fuller | 1929
La fascinazione di Fuller per lo spazio abitativo minimo si manifesta in due
progetti tanto utopici quanto curati nei minimi dettagli. Si potrebbe dire che
sia il Dymaxion che la Wichita House guidano il filone delle capsule-unità
abitative, sia come disegno che quanto a uso dei materiali.
La seconda in particolare è prodotto nuovo e di eccezionale cura, ma figlio
del fallimento del precedente. Il modulo, in pannelli stratificati pre-finiti, era
interamente rivestito in fogli di alluminio, che contribuivano all’aspetto “lunare”
dell’oggetto, di forma circolare, con al centro i blocchi di servizio. Sulle pareti
una finestra a nastro continua dava visibilità a 360°. Molto interessante il
sistema di ventilazione ed estrazione dell’aria, costituito principalmente dalla
pinna in cui culmina la copertura, orientabile in funzione del vento.
ll progetto è uno dei primi in cui non parti da assemblare sono prefabbricate,
ma l’intera unità, che viene spedita in toto dall’impianto al luogo cui è
destinato.
Nonostante tutto ciò, ancora una volta, la produzione di quella che agli occhi
di architetto e finanziatori sarebbe potuta diventare il nuovo spazio per abitare
degli Americani si rivelò fallimentare poiché troppo anticipatrice dei tempi. La
fabbrica, che era stata pensata per produrre dalle cinquanta alle sessanta
unità all’anno chiuse i battenti nel ‘47, a due anni dall’inizio del progetto Fuller
dovette abbandonare la fabbrica poiché il proprietario si rifiutò di portare
avanti la produzione21.
21 Neder F., 2008.
1.28 Schemi di ventilazione originali, per climi caldi e freddi.
1.29 Edificazione del prototipo.
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