La prefabbricazione che sfugge alla categorizzazione
come è inteso nella parte del pianeta che abitualmente vive una condizione
È possibile caratterizzare i sistemi di prefabbricazione in tre categorie: a
di benessere, l’economicità spinta dell’intervento, lo sfruttamento di materiali
blocco base, parziale e finita. Nel primo caso viene sfruttata la similitudine di
locali), così come non è possibile sapere quali siano gli assets presenti sul
piccoli elementi e giunti tutti uguali fra loro; nel secondo setti o volumi sono
territorio ancora validi dopo l’emergenza (la manodopera dei sopravvissuti, i
pensati per l’assemblaggio, hanno una diversità più ampia ma il loro numero
sistemi di produzione ancora attivi, i capitali economici a disposizione, le reti
è sempre limitato; nel terzo l’intero volume, è concluso in se stesso,
ancora attive).
prefabbricato come unico pezzo e viene messo in opera come tale.
Dato che esigenze e capitali presenti sul luogo sono il cuore del ragionamento
I progetti di customizzazione digitale sfuggono a questa categorizzazione
progettuale, ne consegue che non sia nè possile nè opportuno un progetto
poiché assemblati sul luogo da parti relativamente piccole, ma a differenza
che prescinda da ciò, proponendo un sistema adattivo al luogo in funzione
degli elementi in prefabbricazione parziale, ogni pezzo è specifico, e la
esclusiva dei parametri climatici.
diversità tra elementi è totale.
La sostenibilità dell’innovazione sociale
L’imprevedibilità nell’emergenza
Un tipo di innovazione non certo nuovo ma riemergente in un contesto di crisi
La dinamica dell’emergenza non consente la conoscenza a priori dei requisiti:
globale è quella che la letteratura chiama “innovazione sociale”. Essa non
non è possibile stabilire un progetto definito al livello di dettaglio preliminare
deve essere confusa con attività filantropiche a perdere, ma è invece
tanto meno esecutivo che soddisfi le esigenze di tutto il mondo. Troviamo
quell’insieme di prodotti servizi e modelli economici sostenibili2 che affrontano
testimonianza di questo in tutti i documenti delle organizzazioni che si
bisogni di ordine sociale. Essa segue cinque pattern ricorrenti, che sono
occupano del tema dell’emergenza su scala globale: il framework per l’abitare
l’affrontare le grandi sfide di ordine sociale, il ripensare l’oggetto, finalizzarlo
1
d’emergenza in particolare afferma:
per lo scopo, sfruttare il bricolage delle risorse, pensare al costo del ciclo di
- che la prima risorsa nei contesti di emergenza siano i sopravvissuti stessi
vita.
- che sia necessario, come prima operazione successiva all’evento che ha
L’innovazione sociale è diretta verso l’enorme bacino di utenza dei mercati
generato l’emergenza, stabilire i bisogni dei sopravvissuti (nell’ovvia
demand driven o meglio al suo sottoinsieme societal challenge driven, nella
impossibilità di farlo in precedenza)
quale l’utilità marginale è massima, quindi la sola condizione di esistenza
- che le linee guida per l’abitare d’emergenza possano solo essere stabilite a
dell’intervento produce già un enorme risultato.
scala locale
Il progetto dell’abitare di emergenza di certo si colloca in questa prospettiva,
Riguardo all’ultimo punto, il progetto dimostra come ciò accada anche e
affrontando una tematica di ordine sociale che è già ora molto pressante e
soprattutto poiché solo a livello locale e post emergenza sia possibile avere
che lo diventerà sempre di più nel breve futuro3. È pertanto sbagliato affrontare
chiare le caratteristiche e le priorità delle necessità (il comfort bioclimatico
2 Se fossero non sostenibili dal punto di vista economico parleremmo di invenzione e non di
innovazione, nella misura in cui l’innovazione è ciò che cambia veramente un pezzetto del mondo.
1 Vedi 3.5
3 Vedi 4.1, nota 2.
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