Operation Flashpoint - Climate Fiction 2010 | Page 5

1.Preludio. Il mio nome é Armstrong ho appena ultimato il corso BASICO d’addestramento mi hanno spedito quà. Un cazzo di paese sperso in culo al mondo che é stato invaso dal nemico. Nemico motivato e ben armato e ben addestrato che conosce il territorio. Per di più dispone di armamenti dell’Est che sono a buon mercato e facilmente acquistabili per ragioni politico economiche. Ma i nemici non hanno sempre gli armamenti tipici dell’est, hanno anche sistemi d’arma dell’Ovest perché tutti gli stati in guerra finiscono per fare i loro porci intere$$i, per cui i guerreggianti sono sempre ben armati da destra e sinistra. Io di politica, embarghi ne capisco poco e sinceramente non sono quì per raccontarvi questo ma per narrarvi la mia esperienza che trovate sintetizzata in queste pagine!. La sintesi é un riassunto, un’approssimazione, come tutte le descrizioni sommarie difetta di particolari. Quando il numero di particolari mancanti é così elevato da non descrivere la realtà dei fatti allora la narrazione é decontestualizzata. Viceversa é contestualizzata e rappresentativa, narrando gli esiti reali di quello che fu. La memoria oltre che storie e scelte é composta da sensazioni, odori, circostanze e sequenze temporali, dialoghi, espressioni, idee, speranze, caratteri ed eventi... Quello che leggerete quì sono un tentativo di un’integrazione della memoria futura di quello che probabilmente potrebbe avere a che fare con la realtà dei possibili fatti, in pieno teatro operazioni nelle Guerre Puniche 2x causate dalla diversione strategica della WWIII. A bordo degli elicotteri che conducevano la compagnia, il sarge dava gli ultimi suggerimenti e regole d’ingaggio, rinfrescando gli obiettivi della missione. C’era da occupare e liberare un piccolo paese vicino al mare, occupato dalle truppe nemiche, la resistenza stimata dall’intel era data per modesta tuttavia era bene fare molta attenzione!. Il sarge prese la mappa mostrando il percorso, gli elicotteri ci avrebbero depositato su una collina, poi la compagnia avrebbe raggiunto il paesello. Il III plotone sarebbe rimasto di riserva a presidiare la zona d’atterraggio in caso di sconfitta per coprire la ritirata. Il secondo plotone si sarebbe avvicinato dal fianco destro lungo il costone degli alberi; i cecchini nei boschi o sui tetti sarebbero stati una loro eventuale grana. Il I plotone, ossia il nostro, avrebbe dovuto approssimarsi al paese dal fianco sinistro. Il sarge fu piuttosto resoluto con tutti quelli del plotone. Non gli andava di compilare fogli e di vederci andar via in scatole o sacchi neri, guai a chi si avventurava sulla strada allo scoperto. Solo i 2 apripista dovevano avventurarsi là come diversione per attirare il fuoco nemico. Tutto il resto del plotone doveva coprire loro le spalle e spostarsi in silenzio lungo il costone basso, i cespugli e gli alberi. Nessuno doveva aprire il fuoco se prima non era il nemico a spararci addosso. Non dovevamo bruciare l’effetto sorpresa, c’era parecchio terreno allo scoperto quindi era meglio farlo sfruttando il massimo dell’effetto sorpresa. Detta così non sembrava troppo diversa da una qualunque esercitazione, tranne per il fatto che guardando le dotazioni, il sarge mi disse che tutte quelle granate che mi ero portato appresso non 5