Chi è chi
il negozio aperto al pubblico all ’ interno dell ’ edificio per uffici . Chiunque oggi entri nel negozio per comprare il prodotto si trova di fatto nel cuore operativo dell ’ azienda . È una parete vetrata a separare il pubblico dagli spazi lavorativi di ufficio , senza togliere , però , la visuale sugli stessi . Questo avvicina il cliente finale al mondo aziendale , che altrimenti risulterebbe “ inaccessibile ” e “ lontano ”. Inoltre , tutti possono godere dell ’ architettura in cemento armato che caratterizza l ’ edificio e che venne progettata negli anni ’ 60 , caratterizzando tutt ’ ora la costruzione , sia dentro che fuori .
CEMENTO ARMATO E DIVISORI IN VETRO Una delle caratteristiche dell ’ edificio esistente che fin da subito ha colpito l ’ architetto è stata la struttura con travi e pilastri a sagoma variabile in cemento armato . Un elemento caratteristico che sembrava raccontare proprio il senso di forza dell ’ a- zienda o , anche , la potenza muscolare di un ciclista che è focalizzato sul raggiungimento dei propri obiettivi . In sostanza , le analogie con il mondo del ciclismo e della bicicletta dovute alla sagoma delle travi che richiama i telai delle moderne biciclette in carbonio sono state input per l ’ intero progetto . Proprio per sottolineare il valore ( anche estetico ) della struttura in cemento , il lavoro di pulizia effettuato sull ’ edificio esistente ha previsto di demolire ed eliminare molte delle partizioni interne . Queste non erano più necessarie da un lato funzionale o di organizzazione degli spazi e in aggiunta riducevano la vista e la percezione della struttura esistente . Gli elementi in cemento armato sono stati trattati come veri e propri capolavori , da valorizzare e trasformare in protagonisti indiscussi della nuova composizione . Si è realizzato un open space e per le divisioni interne si è scelto di ricorrere esclusivamente ad elementi in vetro , leggeri e trasparenti . I divisori diventano così un qualcosa di flessibile , che assicura le migliori condizioni lavorative , ma che non trasmette la percezione di chiuso , separato , isolato . Questa scelta ha portato ad un ulteriore beneficio , visto che la luce naturale ora può fluire in modo libero e abbondante all ’ interno di ogni spazio , aumentando anche la dinamicità degli ambienti . Durante le ore del giorno cambia la luce , ma anche le ombre e la percezione degli spazi , trasformando la struttura a vista in cemento armato in una vera e propria scultura . Il lavoro dell ’ architetto è stato realmente ispirato dalla matericità e dalla forma dell ’ esistente , oltre che dalla natura dell ’ azienda , tanto che racconta : “ Il ciclismo è fatica , sudore , sole , pioggia e vento in faccia . È velocità e resistenza , ma è anche dinamismo e capacità di adattarsi alle situazioni . Tante sono le emozioni che caratterizzano questo sport sia per il professionista che per l ’ amatore a qualunque livello . Tutto questo mi è tornato in mente quando ho visto le due scale in cemento armato gettate in opera negli anni ‘ 60 . Due rampe elicoidali che sfuggono all ’ occhio come una bici che sparisce dietro ad un tornante , due capolavori sia di progettazione ma soprattutto di costruzione . Quelle cose di altri tempi che quando ti fermi a osservarle non puoi non ammirare la capacità sia intellettuale che fisica dei muratori che le hanno costruite .” È questa sensibilità che ha portato alla scelta di modificare la scala , senza snaturarla . Si sono fatte alcune modifiche per renderla più funzionale , creando nuovi gradini più larghi e avvolgenti verso la base . Molto attenta , poi , è stata la progettazione dei parapetti , costituiti dalla ripetizione di un elemento a “ L ” in metallo curvato che , gradino dopo gradino , contribuisce alla definizione del volume complessivo della scala . Le scale sono protagoniste del piano terra , dove si trovano la reception da un lato e lo showroom e la zona ristorante sull ’ altro . Questi spazi si affacciano su un altro giardino privato dell ’ azienda . A questo piano sono situati anche due grandi banconi , uno verso
Chi è chi
Marco Acerbis , nato nel 1973 completa gli studi in architettura presso il Politecnico di Milano . Dal 1997 al 2004 vive e lavora a Londra dove collabora come architetto con lo studio Foster + Partners . Tornato in Italia , dopo una breve esperienza presso lo studio di Mario Bellini , si mette in proprio lavorando sia nel mondo dell ’ architettura che del design . Affascinato dalla progettazione senza limiti di scala procede rapidamente esplorando con un costante intreccio di competenze , intuizioni e tecnologie innumerevoli temi , con l ’ obiettivo di creare uno spazio a progetto globale . Riceve numerosi riconoscimenti , tra cui il Compasso d ’ Oro , oltre che diversi Red Dot Design Award , Good Design Award e selezioni al Design Index . La lampada Vertigo è inclusa nella collezione permanente del Vitra Design Museum e l ’ edificio Polins è selezionate al premio della Fondazione Renzo Piano per i giovani architetti .
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