Con la revisione dei Criteri Ambientali Minimi, l’ Italia consolida il suo ruolo di laboratorio europeo della sostenibilità, dove ogni attore della filiera, dal progettista al posatore, diventa parte attiva di un cambiamento concreto
La sostenibilità negli appalti pubblici e nell’ edilizia fa un passo avanti con la nuova versione dei Criteri Ambientali Minimi( CAM). Definiti dal Ministero dell’ Ambiente e della Sicurezza Energetica, i CAM stabiliscono requisiti ambientali per tutte le fasi del processo di acquisto, aiutando a individuare la soluzione, il prodotto o il servizio più sostenibile lungo l’ intero ciclo di vita. Un cambiamento culturale e tecnico che coinvolge l’ intera filiera: progettisti, produttori e amministrazioni sono chiamati a rendere la sostenibilità una realtà operativa, verificabile e condivisa. Questo è stato il filo conduttore della tavola rotonda che si è svolta lo scorso ottobre a Bologna durante il Forum Serramenti & Vetro, un incontro in cui associazioni e professionisti del settore hanno discusso di innovazione, qualità e responsabilità ambientale.
LE NOVITÀ DEI CAM 2025 Daniela Petrone, vicepresidente ANIT e tra i redattori della nuova versione del decreto, ha moderato l’ incontro illustrando contenuti e obiettivi dell’ aggiornamento 2025, attualmente in fase avanzata di definizione.“ L’ obiettivo è pubblicarlo entro fine anno- ha spiegato,- i CAM rappresentano la base normativa su cui progettare, realizzare e gestire qualunque opera pubblica. Non sono capitolati, ma requisiti minimi obbligatori che innalzano il livello di legge, rendendo sostenibili gli interventi e gli acquisti della Pubblica Amministrazione”. I CAM derivano dal PAN-GPP, il Piano nazionale per la sostenibilità ambientale dei consumi pubblici e si declinano in diversi ambiti: edilizia, arredi, illuminazione, strade, infrastrutture. L’ articolo 57 del Codice Appalti ne sancisce l’ obbligatorietà per tutti i lavori pubblici, indipendentemente dall’ importo.“ Quando abbiamo iniziato nel 2008, i CAM erano quasi ignorati- ha ricordato Petrone.- Oggi l’ intera filiera( progettisti, produttori, fornitori e stazioni appaltanti) ha acquisito una reale consapevolezza ambientale, diventando di fatto un modello per l’ Europa”. Tra le principali novità della versione 2025, Petrone ha evidenziato: l’ introduzione di un capitolo dedicato all’ analisi del ciclo di vita( LCA) degli edifici e dei componenti, in linea con il nuovo PAN-GPP 2023, la definizione di specifiche tecniche più dettagliate per ogni materiale e prodotto da costruzione, nuovi criteri su vetrate isolanti, giunti di raccordo e serramenti e l’ inserimento di criteri premianti legati al contenuto di materiale riciclato e alla qualificazione dei posatori. Ha inoltre chiarito il tema della falsa certificazione CAM:“ Non esiste un prodotto certificato CAM, senza il supporto di certificazioni riconosciute, come le EPD( Environmental Product Declaration). Un’ azienda può solo dimostrare la conformità ai criteri attraverso documentazione e verifiche, ma non creare marchi o bollini non riconosciuti da enti terzi”. Altro elemento centrale è la fase di cantiere:“ I CAM non si fermano alla progettazione, ma si estendono alla posa, alla tracciabilità e al fine vita dei prodotti. È una visione completa che trasforma la sostenibilità in un requisito operativo e verificabile per tutta la filiera”. L’ Italia resta l’ unico Stato membro dell’ Unione Europea ad applicare obbligatoriamente i CAM, diventando così il primo Paese in Europa a introdurre un vero obbligo legato alla sostenibilità ambientale.
QUALITÀ E TRACCIABILITÀ DELLE VETRATE ISOLANTI Come garantire l’ installazione di vetrate isolanti di qualità? Daniele Predari, presidente di Glass Group ha ricordato che l’ I- talia è stata la prima in Europa a introdurre la marcatura CE per i vetri isolanti( obbligatoria dal 2006), anche se controlli insufficienti avevano fatto calare la qualità media dei prodotti. Per colmare questa lacuna, la certificazione UNI EN 1279, in vigore dal 1996, assicura oggi conformità e prestazioni attraverso verifiche rigorose: circa 100 aziende italiane risultano certificate, ciascuna per diversi modelli di vetro. Le verifiche sono effettuate da un ente notificato europeo, comprendono due ispezioni annuali nelle vetrerie e circa 25 prove giornaliere sui prodotti, prelevando campioni dalla produzione ordinaria.“ Questo siste-
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