INTERNO 1-2016 08/01/16 10.39 Pagina 3
del direttore
GERIMENTI NON RICHIESTI
di Pietro Romano
sione. Continuando in questi consigli non richiesti, il ricambio di passo, a mio modesto parere, dovrà mostrarsi
proprio nei confronti del cambio di passo da lei finora
vantato. La rottamazione, la disintermediazione, vanno
bene fino a quando è tempo di pars destruens, ma ora
sembra finalmente arrivato il tempo della pars construens
in questo Paese frantumato dalla crisi. E’ indispensabile la
pacificazione per affrontare le nuove sfide, tanto sul fronte
della sicurezza, interna e internazionale, quanto, se non
soprattutto, nel confronto con l’Europa. Ripacificazione non solo all’interno del Parlamento,
ma molto di più fuori, per esempio con i
corpi sociali intermedi.
Se c’è un banco di prova per il suo governo è,
infatti, il confronto con l’Europa. Se lei può
portarsi dietro l’Italia, anche gli italiani che
non hanno intenzione di votarla, può farlo sul
necessario braccio di ferro a Bruxelles. Ma, per
favore, in Italia ponga fine a quella sorta di
calcio-mercato di terza serie in Parlamento a cui lei (non, forse, alcuni
suoi collaboratori) sarà
estraneo ma che amareggia, se non
peggio, chi
osserva
dall’esterno lo spettacolo.
Inutile ricordarle, però, che per confrontarsi a Bruxelles
sono necessari alleati internazionali decisi, non conquistati
apparentemente da una pacca sulla spalla, e politiche interne inattaccabili. Evitando pasticci come quello sulle
banche, che ha portato ai problemi rispetto ai quattro istituti commissariati. E se teste devono cadere per errori, ritardi, mancanze, le faccia cadere. Anche se sono suoi strettissimi collaboratori. I gigli magici, le amicizie consolidate,
vanno bene quando si deve creare una squadra vincente.
Ma per consolidare il successo è opportuno rifarsi alle forze
migliori del Paese, che non sempre sono i sodali delle battaglie giovanili. Ci vogliono fusti per sfidare la Germania
e i suoi alleati evitando di diventare una sorta di Grecia
ben vestita, ruolo al quale appare sempre più evidente vogliono ridurci alcuni alleati-concorrenti Da ben prima che
lei arrivasse a Palazzo Chigi. Meglio la sua tuta mimetica,
insomma, anche se le sta un po’ stretta, che il loden di un
Mario Monti.
Quanto alla crescita che può servire all’Italia, perlomeno
nel breve periodo, non le mancano i suggerimenti. A cavallo
della fine dell’anno scorso ne abbiamo letti a decine sui
giornali e sui siti più informati. Attenzione solo che non
siano consigli per farla salire sul treno di quella sorta di
Cassandra Crossing che periodicamente comincia a piacere
all’establishment nazionale, quando comincia a sentirsi
poco ripagato dell’appoggio concesso, richiesto o meno
che sia. In fondo, anche Monti era commentatore di
economia sul Corriere della Sera caro all’establishment, prima che Berlusconi lo
lanciasse nell’arena politica, indicandolo come commissario europeo. E si è visto com’è andata. Si rifaccia, piuttosto,
alle ricette di economisti
meno cari all’establishment.
Un nome tra tutti? Paolo Savona. Lo
inviti a Palazzo Chigi per un faccia-a-faccia,
a telefonini spenti. E’ l’ultimo suggerimento
non richiesto che le invio. E di nuovo auguri. A lei e a tutti noi italiani.
Nuova Finanza - gennaio, febbraio 2016 - Pag. 3