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INTERNO 1-2016 08/01/16 10.39 Pagina 2 IL PUNTO CARO RENZI, ALCUNI SUGGE C aro presidente Renzi, prima di tutto buon anno. Gli auguri sono una questione di educazione e nel contempo una sorta di polizza assicurativa. Se il 2016 sarà buono per il presidente del Consiglio, in una democrazia, dovrebbe esserlo altrettanto per un cittadino. E’ per questo che non comprendo perché lei debba legare le sorti del suo governo, proprio quest’anno, a quelle di un referendum istituzionale che, in verità, lascerebbe sospesa la legge elettorale. Che cosa potrebbe fare, allora, il presidente Mattarella, al quale pure vanno i nostri auguri, avendo le mani legate? Il capo dello Stato, infatti, si troverebbe nell’impossibilità di sciogliere le Camere, considerato che la riforma, piaccia o meno il suo testo, è ultimata solo per i deputati. E per il Senato come si fa? Verrebbe meno, insomma, la strada delle urne e della potenziale legittimazione democratica della cui carenza o mancanza la accusano i suoi oppositori. Già che si parla di Senato, poi, mi permetta un’ulteriore osservazione. Ma non sarebbe stato meglio abolire del tutto l’assemblea di Palazzo Madama piuttosto che, come sua ferma intenzione, affidarla a quella che i cittadini considerano (in ogni sondaggio di opinione) la peggiore classe dirigente del Paese, gli amministratori regionali? Insomma, spero che avere vincolato il futuro del suo esecutivo al risultato del referendum sia stato solo il frutto di un momento oratorio. Quanto alle riforme, lei e il suo governo ne hanno portate a casa numerose. Uno sforzo titanico, in termini numerici, ma non sempre i contenitori hanno avuto un contenuto all’altezza delle attese che lei aveva contribuito a creare. I risultati, su diversi fronti, sembrano dare ragione a quanti si ostina a chiamare gufi. Se i dati di alcuni indicatori economici che il ministro Padoan continua a rendere noti sono esatti, e purtroppo nessuno li ha confutati, il peggior gufo sarebbe il titolare di uno dei ministeri chiave del governo, non le pare? Quindi, lasci stare i gufi. Tanto i numeri negativi non si discostano dallo zero e qualcosa per cento e lo stesso accade, purtroppo, anche sul versante positivo. Per cui le bocce possono essere considerate più o meno ferme. Magari, invece, metta un po’ di enfasi in meno nella sue promesse e anche nelle sue rivendicazioni di successi. Se ai primi del 2015 le sue promesse fossero state meno cariche, ora l’italiano medio si sarebbe accontentato anche delle piccole variazioni in positivo. Lasci stare, inoltre, le presenze a ripetizione in sedi non ufficiali (è il caso della quotazione a Milano della Ferrari, dove sembrava volersi impossessare di un simbolo che appartiene a tutti noi e quindi non solo a una fazione, come in precedenza alla finale tennistica tutta italia