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Sabino Cassese La Svolta Una recensione di Roberto Campo Il libro di Sabino Cassese, La svolta, nasce dai dialoghi dell’autore con se stesso - pubblicati sul Foglio - sulle novità della politica italiana nel contesto europeo e mondiale. Una nuova fase è cominciata con lo scacco subìto il 4 dicembre 2016 sulla via della riforma costituzionale e con la “seconda rivoluzione d’Italia in forma legale” con le elezioni politiche del 4 marzo 2018 vinte dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega (la prima fu la vittoria di Silvio Berlusconi alle politiche del 1994). La svolta non piace a Cassese. La maggioranza degli Italiani si sentono in credito con l’Italia; troppi diritti senza doveri; la tutela del presente a scapito del futuro; elargizioni invece di politiche pubbliche. Troppi falsi miti (uno vale uno; la società civile). Cassese ci ricorda che il popolo non ha sempre ragione: per questo motivo il potere degli eletti viene temperato dal Presidente della Repubblica e dalla Corte Costituzionale. Il populismo è la negazione del pluralismo, perché pretende di rappresentare da solo la volontà generale. Cassese propone anche uno sguardo sulla storia italiana del dopoguerra, soffermandosi - sull’onda del volume degli annali Feltrinelli curato da Franco Amatori e intitolato L’approdo mancato - sulle occasioni perdute (piano siderurgico Senigaglia, l’ENI di Mattei, la FIAT quinta impresa mondiale dell’auto, l’Alfa Romeo di Giuseppe Luraghi, l’Autosole costruita in soli 8 anni, la chimica, i progetti Reiss Romoli), ma anche su quelle còlte (la riforma agraria del 1950, la Scuola Media Unica del 1962, il Servizio Sanitario Nazionale del 1978 e il sistema di protezione sociale rafforzato). Av r e i i n s e r i t o l o S t a t u t o d e i Lavoratori del 1970 tra le cose buone realizzate, ma ho l’impressione che sui temi del lavoro Cassese abbia qualche sensibilità diversa, che Si diffonde una sorta di anti- scientismo, di cui il movimento contro le vaccinazioni è una delle espressioni più sinistre. Tramonta il bisogno di verità, dilagano le fake news. Nel caso attuale delle democrazie illiberali (Ungheria, Polonia, Turchia), liberalismo e democrazia si vanno disaccoppiando. Eravamo 2 miliardi e 1/2 di persone nel 1950, balzati a 7 miliardi e mezzo; l’aspettativa di vita alla nascita nel 1950 era di 48 anni, cresciuti a 71 nel 2015; la popolazione che vive in democrazie era il 31% nel 1950, oggi salita al 56% nonostante i fenomeni regressivi discussi; la popolazione mondiale in condizioni di povertà estrema era del 72% nel 1950, ridotta al 10% nel 2015. L’Europa ha contribuito a questi passi avanti, muovendo entrambe le sue gambe, quella inter-governativa e quella sovra-nazionale. L’autore accetta sì le critiche nell’Unione ed è consapevole dei modelli diversi che hanno in mente gli europeisti per il suo futuro, quello a condominio e il modello casa comune. Respinge però la propaganda di quanti incolpano i burocrati di Bruxelles per il richiamo al rispetto degli impegni liberamente sottoscritti e, come anche Pasquino, non condivide le critiche di nazionalisti, scettici, sovranisti e populisti all’Unione Europea in quanto tale e alla sua presunta anti- democraticità. La parte più importante del libro è quella in cui si ricorda che nello Stato moderno liberalismo e democrazia hanno date di nascita e oggetti diversi: confluiscono solo in un secondo momento. C’è la componente autoritaria dello Stato che risale al Cinque-Seicento; c’è quella liberale che ci viene dal Settecento; quella democratica, che è ottocentesca; infine, quella socialista. novecentesca. Per valutare i problemi da affrontare, in Italia e nel mondo, vanno anzitutto apprezzati i progressi fatti dal 1950 ad oggi (2015). nell’esaminare i successi e gli insuccessi di Matteo Renzi lo porta ad inserire tra i primi la nuova disciplina del lavoro. La flessibilità spesso invocata non può tradirsi in più debiti. La crescita è il problema numero uno. Gli obiettivi di fondo che Cassese caldeggia sono ispirati al riformismo laburista e fabiano, con i suoi 4 pilastri della libertà dal bisogno: salute, istruzione, lavoro, pensione. Pagina ! 8