NON LIEU OC PRESS | Page 9

Con il rischio di potersi ritrovare in un non luogo dentro un altro non luogo. “E allora dovrei tornare a fotografare i luoghi veri”? Potrebbe funzionare. Non avrei mai immagina- - - tutto a fuoco vorrebbe dire ottenere una maggiore leggibilità dello sfondo e del contesto. Oppure uguale a centinaia di altri nel mondo, un vero e proprio luogo. L’ idea, abusatissima ormai, di collocare un pianoforte all’ interno degli aeroporti e stazioni, potreb- be sembrare un tentativo di relazione sensoriale tra chi fruisce e chi esegue la musica. La spettacolarizzazione ha però relegato il fenomeno al mondo virtuale di YouTube che ormai seconda ipotesi: la documentazione di un luogo dentro un non luogo. Eppure riteniamo che quella splendida esecuzione vada immortalata. Lo stesso Augé porrà l’esempio del turista in un luogo esotico intento a riprendere con la telecamera un posto che si sta perdendo di visitare. Ma la sensazione di vuoto che si percepisce nell’attraversare un non luogo è completamente diversa dalla solitudine dei quadri di Hopper. La tensione e la prevedibile risoluzione della stessa, grazie al potere empatico delle opere, che spingono il fruitore ad avvicinarci ai soggetti, sono totalmente assenti dell’ attraversamento delle grandi mall: tanto i contesti dei quadri di Hopper sono riconoscibili nonostante siano immaginari tanto i centri commerciali sono irriconoscibili, inquietante. E allora proviamo a scattare il reale: tutto a fuoco, f64. Proviamo a “scambiare lo sguardo” di cui - - ne l’ipotesi residuale: l’ammissibile narcisismo sotto forma di autoritratto privo di un luogo reale come sfondo. E noi come unico soggetto. Così si sviluppa la terza ipotesi: un non luogo dentro un luogo. 9