Newsletter AIH 4 ottobre 2013 | Page 2

Cos’è lo Zen:

filosofia, religione o stile di vita?

In sanscrito dhyana, in cinese ch’an, in giapponese zen: pensare, riflettere, meditare. Un percorso linguistico, storico e culturale, che descrive come lo Zen non sia una religione né una filosofia, bensì una metodologia dello spirito, della coscienza e della mente che può essere adottata da chiunque, in qualunque luogo e tempo.

Lo Zen è una Via semplice, diretta e concreta che ci riporta alla realtà, “qui e adesso”.

Percorrendo la Via dello Zen, chiunque può superare i condi-zionamenti e gli attaccamenti dietro cui si nasconde la realtà e immergersi nella vita attimo dopo attimo, per cogliere la Verità As-soluta e viverla liberamente e creativamente.

Lo Zen non intende spiegare che cosa sia questa Verità Assoluta, perché è solo attraverso l’espe-rienza diretta che essa può essere contattata e ogni tentativo di spiegazione sarebbe relativo e non assoluto. In ogni parte del mondo, mistici sufi, cristiani, buddhisti, induisti e aborigeni hanno rinunciato alla sicurezza delle teorie e dei propri schemi mentali per fare esperienza di questa Verità Assoluta.

Questa Verità è una e la Via dello Zen si occupa di questo Assoluto, non di uno schema religioso fissato dall’uomo come “io personale”.

Lo Zen torna, infatti, all’inse-gnamento di quell’uomo libero, il Buddha Shakyamuni:

…un giorno, un'immensa folla di persone si radunò per ascoltare gli insegnamenti di Shakyamuni, il Buddha.

Il Buddha non disse una parola, tenne semplicemente in mano un fiore; solo il discepolo Kasyapa comprese l'essenza di questo gesto.

Avvenne così la prima trasmissione di un insegnamento senza parole, da maestro a maestro, da mente a mente, i Shin den Shin.

Mille anni dopo un monaco indiano arrivò in Cina dopo un lungo viaggio: si chiamava Bodhidharma.

Era il ventottesimo erede di una ininterrotta linea di maestri discendente direttamente dal Buddha e portava con sé l'essenza

di quell'insegnamento.

Come altri sulla terra, il Buddha Shakyamuni ebbe un giorno esperienza diretta della “natura vera della vita”, l’Illuminazione, e trascorse tutto il resto della sua esistenza a indicare agli altri la strada perché potessero loro stessi realizzarla.

Per lo Zen il messaggio del Buddha è giunto a noi passando attraverso una trasmissione inin-terrotta di Maestri. Questo è il motivo per cui nello Zen non sono tanto importanti gli insegnamenti scritti, quanto la vita vera del Maestro Illuminato. Non è lo studiare la Via del Buddha l’essenziale, ma il viverla attualizzandola nella realtà di tutti i giorni.

Possiamo quindi dire che lo Zen è nell’attimo presente, “qui e adesso”, e solo in questo possiamo ritrovarci.

Natura di Buddha significa: la condizione piu' normale che possa essere, quella naturale, originale, del nostro spirito. Piu' ci avviciniamo a questo stato normale di coscienza, a questo spirito puro, piu' possiamo creare intorno a noi una atmosfera raggiante, feconda, benefica. Piu' ce ne allontaniamo piu' diventiamo la preda dell'ambiente.

Se apriamo le mani, possiamo ricevere ogni cosa. Se siamo vuoti, possiamo contenere l'universo intero. Vuoto e' la condizione dello spirito che non si attacca a nessuna cosa. Il Maestro Sekito, celebre maestro cinese, ha scritto:

"Anche se il luogo di meditazione e' stretto,

racchiude l'universo. Anche se il nostro spirito e' piccolo,

contiente l'illimitato..........".

Lo Zen e' al di la di tutte le contraddizioni. Le include e le sorpassa. Tesi, antitesi, sintesi e al di la'. Quando i maestri Zen rispondono alle domande dei loro discepoli con un enigma che assomiglia ad uno sproposito assurdo, non si tratta di uno scherzo. Il maestro si sforza sempre di portare l'allievo ad andare al di la' del pensiero. Ad esempio, voi gli dite "bianco", lui risponde "nero", affiche' facciate voi stessi il passo al di la'. Non sostiene una tesi, ma presenta l'altra estremita' della proposizione, affinche' l'interlocutore trovi lui stesso il giusto mezzo. Se dico: "Quando si muore, ogni cosa muore", questo non e' falso, ma non e' tutta la verita'. Dobbiamo andare al di la'! Alla domanda: "Cos'e' l'essenza del Buddha?", Huang-Po risponde: "La scopa della toilette". Io dico talvolta:

"Questa statua del Buddha davanti la quale mi inchino non e' che legno, non e' niente, puo' bruciare, essa non ha alcuna importanza: tuttavia mi inchino con il piu' profondo rispetto per tre volte davanti ad essa, perche' simbolizza l'assoluta buddhita', la natura divina". Si tratta di vedere tutte le facce d'un fenomeno.

Certo, le forme religiose sono eccellenti nei luoghi e nei tempi dati. Pratica dell'essenza, esperienza dell'origine, lo Zen sorpassa lo spazio-tempo, puo' essere un perno dell'Evoluzione per la sua semplicita' e il suo carattere universale. Come un torrente primaverile risveglia la prateria, lo Zen provoca una rivoluzione interiore, una mutazione dell'essere. Quando non si evolve, si involve. Se non si crea, si muore. Se la tua mano destra e' impedita, utilizza la tua mano sinistra. Svegliarsi, creare, intuitivamente: ognuno di noi fa la civilta'.

Lo Zen e' l'educazione silenziosa.

"Nel silenzio si alza lo spirito immortale

e senza parlare la gioia viene".

L'insegnamento moderno da' il primo posto al discorso ma sovente le parole non esprimono il vero pensiero o l'atteggiamento profondo. La parola e' quasi sempre incompleta. Quando trova la sua precisione, trasmettiamo la nostra esperienza "dal mio cuore al tuo cuore".

Lo Zen raggiunge la piu' alta saggezza, l'amore piu' profondo. La saggezza e' per forza fredda, essa e' il padre senza la madre. Epurata di tutti i formalismi, la religione puo' dare lo spirito d'amore. La grande saggezza e' fondamentalmente ritorno all'origine, verita' dell'universo, base della nostra vita, al di la dei fenomeni. L'esperienza religiosa puo' ridiventare la sorgente vivificante dell'esistenza umana, che essa si apre alla sua piu' alta dimensione.

scritti, quanto la vita vera del Maestro Illuminato. Non è lo studiare la Via del Buddha l’essenziale, ma il viverla attualizzandola nella realtà di

tutti i giorni.

Possiamo quindi dire che lo Zen è nell’attimo presente, “qui e adesso”, e solo in questo

possiamo ritrovarci.

http://www.monasterozen.it