My first Publication Dialogo_1-2019 definitivo | Page 24

territorio IL BOSCO CAPRONI di Romano Turrini un ambiente ricco di opportunità culturali n el 1995 il Comune di Arco acquistava dai figli di Gianni Caproni, illustre concittadino, il dosso di Vastrè, a nord degli abitati di S. Martino e Mas- sone. Su questo dosso il pioniere dell’aeronautica aveva promosso dei rimboschimenti ed aveva anche ipotizzato lo sfruttamento delle cave di pietra oolite. Del suo progetto ri- mangono tanti pinus nigra che svettano verso il cielo. Dopo l’acquisizione da parte del Comune di Arco sono state attivate iniziative di piena valorizzazione di questo ambiente che ha rivelato, ogni giorno di più, le proprie potenzialità cul- turali. Due interventi significativi sono stati innanzitutto il restauro della “casetta” (un tempo abitazione per gli operai che lavoravano nelle cave) promosso dalla Provincia Auto- noma di Trento e la messa in sicurezza del percorso di visita. Importante è stato poi il passaggio con il quale il Comune di Arco ha coinvolto la SAT - Sezione di Arco e il Gruppo Al- pini di Arco. Entrambe queste due fondamentali “costole” dell’associazionismo arcense hanno messo a disposizione 24 risorse e persone. La SAT si è fatta carico della gestione di quella che chiameremo la “casetta”, offrendosi come rife- rimento costante per visite guidate e attività didattiche. Gli alpini di Arco, con i loro amici riservisti tedeschi, hanno valorizzato la linea delle trincee che si sviluppa parallela al sottostante asse viario che da Dro e Ceniga porta verso la pe- riferia nord di Arco. È stata fatta un’opera di pulizia radicale da arbusti infestanti e si sono restaurati alcuni tratti di cam- minamento. Il percorso delle trincee offre scorci panoramici di grande interesse geografico e geologico. Un apporto particolare alla valorizzazione del Bosco Caproni è stato dato da una persona, Bruno Perini che, essendo alpi- no, socio SAT e innamorato di questi luoghi, dopo aver sco- perto un tratto di conformazione glaciale, ha saputo coin- volgere tante persone nello scavo e nella pulizia di questa importante testimonianza di erosione gliaciale. Un impulso inaspettato è stato dato dai giovani partecipan- ti all’iniziativa “72 ore senza compromessi”, promossa dalla Caritas. Accanto agli alpini, ai volontari della SAT e a qualche richiedente asilo ospite di Arco, questi giovani provenienti da altre vallate trentine hanno vissuto tre giorni (72 h) di volontariato, bonificando alcuni spazi, rifacendo muretti, pulendo sentieri. E in questi spazi, un tempo coltivati e suc- cessivamente invasi da piante e arbusti, sono state messe a dimora le piante da frutto che un tempo erano presenze utili negli orti di tante famiglie. La creazione dell’orto “delle piante perdute” è merito soprattutto dell’Associazione “Ol- tre il Sarca”, volontari residenti quasi tutti nella frazione di Moletta, guidati dall’instancabile Paolo Santuliana. Questi volontari si sono attivati anche per creare un luogo della me- ditazione, su un piccolo dosso dove, probabilmente, vi era un orto recintato. È stata collocata un lunga panca a “ferro di cavallo” e sono stati messi a dimora tre pini di Aleppo, la città – martire della Siria. Le persone e soprattutto i bambi- ni che sosteranno in quel luogo saranno invitati a riflettere