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territorio
IL BOSCO CAPRONI
di Romano Turrini
un ambiente ricco
di opportunità culturali
n
el 1995 il Comune di Arco acquistava dai figli di
Gianni Caproni, illustre concittadino, il dosso di
Vastrè, a nord degli abitati di S. Martino e Mas-
sone. Su questo dosso il pioniere dell’aeronautica aveva
promosso dei rimboschimenti ed aveva anche ipotizzato lo
sfruttamento delle cave di pietra oolite. Del suo progetto ri-
mangono tanti pinus nigra che svettano verso il cielo.
Dopo l’acquisizione da parte del Comune di Arco sono state
attivate iniziative di piena valorizzazione di questo ambiente
che ha rivelato, ogni giorno di più, le proprie potenzialità cul-
turali. Due interventi significativi sono stati innanzitutto il
restauro della “casetta” (un tempo abitazione per gli operai
che lavoravano nelle cave) promosso dalla Provincia Auto-
noma di Trento e la messa in sicurezza del percorso di visita.
Importante è stato poi il passaggio con il quale il Comune
di Arco ha coinvolto la SAT - Sezione di Arco e il Gruppo Al-
pini di Arco. Entrambe queste due fondamentali “costole”
dell’associazionismo arcense hanno messo a disposizione
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risorse e persone. La SAT si è fatta carico della gestione di
quella che chiameremo la “casetta”, offrendosi come rife-
rimento costante per visite guidate e attività didattiche.
Gli alpini di Arco, con i loro amici riservisti tedeschi, hanno
valorizzato la linea delle trincee che si sviluppa parallela al
sottostante asse viario che da Dro e Ceniga porta verso la pe-
riferia nord di Arco. È stata fatta un’opera di pulizia radicale
da arbusti infestanti e si sono restaurati alcuni tratti di cam-
minamento. Il percorso delle trincee offre scorci panoramici
di grande interesse geografico e geologico.
Un apporto particolare alla valorizzazione del Bosco Caproni
è stato dato da una persona, Bruno Perini che, essendo alpi-
no, socio SAT e innamorato di questi luoghi, dopo aver sco-
perto un tratto di conformazione glaciale, ha saputo coin-
volgere tante persone nello scavo e nella pulizia di questa
importante testimonianza di erosione gliaciale.
Un impulso inaspettato è stato dato dai giovani partecipan-
ti all’iniziativa “72 ore senza compromessi”, promossa dalla
Caritas. Accanto agli alpini, ai volontari della SAT e a qualche
richiedente asilo ospite di Arco, questi giovani provenienti
da altre vallate trentine hanno vissuto tre giorni (72 h) di
volontariato, bonificando alcuni spazi, rifacendo muretti,
pulendo sentieri. E in questi spazi, un tempo coltivati e suc-
cessivamente invasi da piante e arbusti, sono state messe
a dimora le piante da frutto che un tempo erano presenze
utili negli orti di tante famiglie. La creazione dell’orto “delle
piante perdute” è merito soprattutto dell’Associazione “Ol-
tre il Sarca”, volontari residenti quasi tutti nella frazione di
Moletta, guidati dall’instancabile Paolo Santuliana. Questi
volontari si sono attivati anche per creare un luogo della me-
ditazione, su un piccolo dosso dove, probabilmente, vi era
un orto recintato. È stata collocata un lunga panca a “ferro
di cavallo” e sono stati messi a dimora tre pini di Aleppo, la
città – martire della Siria. Le persone e soprattutto i bambi-
ni che sosteranno in quel luogo saranno invitati a riflettere