My first Publication Allegato - marzo sfogliabile | Page 3

Atto di indirizzo per l ’ istruzione 2021
lari per abitante ) e Islanda . In questo caso , la sicurezza nei propri mezzi nel fronteggiare le conseguenze della pandemia ha portato quei governi a preservare meglio le opportunità di istruzione dei più giovani . Ci sono governi che hanno preferito meno istruzione in presenza pur di contenere Covid-19 un po ’ meglio . E governi che hanno preferito rischiare qualche contagio in più , pur di preservare un po ’ meglio l ’ istruzione dei giovani . […]
Atto di indirizzo per l ’ istruzione 2021

RETORICA

ALLA BUONA E CATTIVE INTENZIONI

L ’ Italia è nel primo gruppo : sesta su 32 Paesi europei per durata delle chiusure scolastiche ; ma solo sedicesima su 32 per casi di Covid registrati ( 41.151 per milione di abitanti a metà della settimana di fine gennaio ). Insomma aver chiuso le scuole di più ha comportato un costo relativamente più elevato che altrove per il futuro dei figli e dei nipoti . Ma ha contribuito a ridurre la penetrazione del contagio che sta uccidendo , in gran parte , i padri e i nonni . In Italia , l ’ arbitraggio fra generazioni ha preferito dare la priorità relativa alla difesa della vita di questi ultimi .
Anche in Germania la scelta è stata simile , anche se il piano è stato eseguito meglio . Malgrado una spesa sanitaria elevata ( 5.472 dollari per abitante ), la Repubblica federale tedesca è sopra la media europea per durata delle chiusure totali o parziali della scuola ( 19 settimane , di cui sette totali ). Ma la Germania è anche fra i Paesi europei con il minor numero di contagi in proporzione alla popolazione .
Spagna , Francia e Svezia invece hanno fatto la scelta opposta : hanno effettuato un arbitraggio un po ’ più a tutela dei giovani nella pandemia . Sono tutte e tre verso il fondo della classifica europea per durata delle chiusure scolastiche , dunque i giovani hanno perso meno ore di istruzione che in Italia o in Germania . Ma sono anche tutte e tre sopra la Germania e anche sopra l ’ Italia per densità dei casi di Covid in proporzione alla popolazione . […]
E adesso , cosa succederà ?
Il quadro , necessariamente articolato , del passato dovrebbe servire a comprendere il futuro che si è affacciato all ’ orizzonte . I dati dell ’ Unesco dimostrano , in modo molto chiaro , che istruzione e sanità vanno di pari passo . Infatti , i due diritti , contenuti nella nostra Costituzione , sono diritti della cittadinanza , da difendere in accoppiata . Come ci si regolerà nel prosieguo della condizione pandemica ? In quale direzione so orientavano i programmi del governo Conte II , ora non più in carica ? Nelle pagine a seguire vedremo cosa aveva progettato quel governo sia per le Linee di indirizzo per la scuola che per Recovery Plan . Non sappiamo ancora come procederà il nuovo governo , temiamo che alcuni di quei progetti , i più pericolosi per la scuola , non saranno modificati .
Manca completamente un ’ analisi della condizione attuale del sistema di istruzionee una puntuale disamina della letteratura internazionale sui temi della pedagogia e della didattica . La metodologia innovativa / digitale diventa un valore in sé non uno strumento che l ’ insegnante , al quale deve essere garantita
la libertà di insegnamento , può scegliere di utilizzare o meno . di Gianluigi Dotti
Ogni anno , nel mese di dicembre , il ministro dell ’ Istruzione pro-tempore emana il documento che definisce le priorità del suo dicastero per l ’ anno seguente . Il 12 gennaio 2021 , con qualche giorno di ritardo rispetto al consueto , è stato pubblicato il suo “ Atto di indirizzo politico-istituzionale per l ’ anno 2021 ”. Solo qualche centinaio di addetti ai lavori , compreso il sottoscritto , legge interamente il documento ( lettura intensiva ), qualche altro migliaio di docentigli dedica , al più , una veloce lettura esplorativa / orientativa ( skimming ), per la stragrande maggioranza degli insegnanti rimane un perfetto sconosciuto . Sono profondamente convinto che sia invece compito di tutti coloro che , come il sottoscritto , sono insegnanti , e quindi intellettuali di questo nostro paese , leggere e studiare quello che il politico di turno asceso al ruolo di ministro intende “ realizzare ” nel suo mandato . Per questo invito chi legge a studiare l ’ Atto di indirizzo che si trova al link https :// www . miur . gov . it / web / guest / - / azzolina-firma-atto-di-indirizzo-per-il-2021 perché solo attraverso la conoscenza puntuale del testo sarà possibile esprimere un giudizio sugli obiettivi di politica scolastica lì contenuti . Per quanto mi riguarda cercherò , sfrondando la retorica del testo ministeriale , di affrontare l ’ impianto generale , soffermandomi sulla tematica dell ’ innovazione metodologica .
Il “ Quadro di riferimento ” è intriso di retorica alla
buona , come quando afferma che la “ Scuola è al centro del dibattito nel Paese ”, e autocelebrativa quando magnifica il “ massimo impegno ” e la messa in campo di “ tutte le risorse disponibili per realizzare in tempi celeri , le azioni e gli interventi ritenuti indifferibili al fine di garantire … la continuità didattica e il diritto all ’ istruzione per tutti gli
studenti ” nel corso della pandemia . Peccato che la realtà sia piuttosto diversa da quella raccontata dal ministero : nel 2020 la stragrande maggioranza degli alunni non hanno frequentato in presenza a causa dell ’ assenza delle misure di sicurezza e gli insegnanti hanno utilizzato la didattica dell ’ emergenza : la Didattica a Distanza ( DaD ). Tanto che il Rapporto di Save the Children dal titolo “ Proteggiamo i bambini . Whatever it takes ” registra anche per l ’ Italia i rischi connessi alla chiusura delle scuole e all ’ aumento della povertà educativa . Rischi che la didattica a distanza ( DaD ) e l ’ innovazione digitale non hanno certo evitato perché 1 studente su 8 non ha un laptop e più di 2 minori su 5 ( 42 %) vivono in case prive di spazi adeguati dovestudiare . L ’ indagine su un campione di adolescenti tra i 14 e i 18 anni commissionata a Ipsos da Save the Children rileva , inoltre , che la Dad ha un impatto negativo sugli apprendimenti , infatti il 35 % degli studenti ritiene di essere meno preparato rispetto a quando frequentava la scuola in presenza , la stessa percentuale dichiara
3