obiettivi segreti (creazione di
«climi» sperimentali per indurre
comportamenti collettivi), men-
tre i monitori non sanno che i
partecipanti sanno.
In questo caso vi è conniven-
za tacita tra i membri, e dunque
una sensazione di «padronanza»
della situazione e di superiorità
sui monitori. Il significato del
complesso di questa esperienza
vissuta è totalmente mutato per
i tre gruppi. Il gruppo dei parte-
cipanti è solidale nell’esecuzione
affettiva del gruppo dei monitori.
Il comportamento globale di-
pende allora da due fattori princi-
pali.
Anzitutto il grado di «solida-
rietà» e di connivenza dei mem-
bri, unito alla possibilità avuta di
dibattere tra loro il problema, di
raggrupparsi attorno a un leader
informale, di distribuire i ruoli e
di bloccare una tattica. Tutto av-
viene allora in termini di conflit-
to tra due gruppi: da una parte il
gruppo dei partecipanti, dall’altra
il sottogruppo dei monitori.
In secondo luogo l’intensità
del risentimento dei partecipan-
ti nei confronti di ciò che appare
loro come un inganno concertato,
una menzogna organizzata della
quale essi debbono essere le vit-
time ridicolizzate.
Se questi due fattori giocano in
pieno, i comportamenti dei parte-
cipanti tenderanno a ottenere, in
un modo o in un altro, il capovol-
gimento della situazione ufficiale
e a organizzare la loro rivincita
e la confusione finale dei moni-
tori. Ci si può anche attendere una sottomissione
apparente tendente al sabotaggio dell’esperienza,
e terminante con l’aggressività trionfante o la can-
zonatura feroce.
Se questi due fattori non agiscono completamen-
te, si osserveranno dei comportamenti più isolati di
resistenza o di aggressività su dei dettagli occasio-
nali e l’accusa precoce dei monitori da parte di uno
o l’altro membro del gruppo.
I comportamenti
come reazione al «clima»
Da questa esperienza sui «climi pedagogici» si
può trarre un’osservazione generale: dei comporta-
menti individuali che si ha tendenza abitualmente
a rapportare al «carattere» dei soggetti o alla loro
«personalità» sono, invece, dei comportamenti che
reagiscono al clima del gruppo: esprimono la situazio-
ne vissuta dal gruppo e creata dal capo ufficiale del
gruppo. È l’atteggiamento del capo del gruppo che
«rende» gli altri docili o creatori, passivi o attivi,
apatici o dinamici, cooperanti o aggressivi. È inteso
che questo non ha nulla di assoluto, né di assolu-
tamente determinante. Ogni personalità ha il suo
carattere, la sua storia, le sue abitudini e i suoi valori
preferenziali. L’esperienza qui proposta dimostra,
tuttavia, la potente influenza del «clima psicologico»
sui comportamenti.
i )
Roger Mucchielli (1919-1981) ha indagato
nella sua vita scientifica i processi legati alla
gruppalità entrando progressivamente in
contatto con le grandi correnti di pensiero
psicosociale e impegnandosi a dare forma
a processi di apprendimento pratico delle
dinamiche di gruppo e del posizionarsi dei
gruppi nella vita sociale, con particolare
attenzione alla formazione dei conduttori e
degli animatori.