Manuali - I Quaderni della consapevolezza volume 1 | Page 4

T U T T O E ’ F R E Q U E N Z A Invece non è così semplicistica l'interpretazione. Se la realtà che tu sperimenti è quella del sopruso, non significa che tu stessa sei prepotente e arrogante con gli altri ma, probabilmente, sarà vero l'incontrario, e cioè che tu non sei in grado di porre dei limiti e ti offri troppo spontaneamente come "vittima" di questi atteggiamenti invasivi. Quindi la realtà esterna rispecchia la tua interna, nel momento che ti mette in evidenza una tua incapacità, una tua effettiva difficoltà ad affermare e proteggere il tuo spazio - che non significa egoismo, ma rispetto di sé. Ciò che successivamente Pribram constatò, grazie anche a ricerche di altri studiosi, fra cui, in modo particolare, il fisico David Bohm, fu che il cervello funziona elaborando solo delle frequenze. Ovvero la realtà "là fuori" viene percepita, quindi arriva al cervello, sotto forma di frequenza, prima che di forma. Solo in seguito è trasformata, dal cervello, nella forma che noi pensiamo essere quella percepita dai nostri sensi. Questo significa che là fuori, non c'è un mondo come ce lo immaginiamo noi. Ovvero, è un po' come se, scattando una foto "quantica" a un gruppo di persone attorno a un tavolo, la foto poi mostrasse solo nuvole indefinite di schemi di frequenze! Dunque quale è la realtà: quella degli schemi di interferenza o quella tradotta poi in immagini definite sensoriali? È ovvio a questo punto che Pribram cominciasse a chiedersi se, dopo tutto, i mistici che da sempre sostenevano come la realtà fosse "Maya", ovvero un'illusione, non avessero quindi ragione! Mi è capitato spesso di notare questi "soprusi" nei vari gruppi di crescita spirituale dove, inevitabilmente, avvengono delle dinamiche di potere. C'è sempre, diciamo, "l'arrivista" che "eccelle", ama pontificare, dire agli altri come interpretare le situazioni della vita, insegnare e controllare l'operato altrui. In genere, tipi così, si trovano in posizioni di rilievo all'interno dei gruppi, cosa che mette gli altri, quelli che in definitiva stanno "sotto", ancora più in difficoltà quando tentano di comunicare il loro disagio di fronte a tali atteggiamenti. COME FUORI COSÌ DENTRO Ebbene c'è una teoria che mi ispira poco, che veramente non comprendo e non riesco ad accettare, è quella che dice "la realtà esterna rispecchia sempre la tua realtà interna". In altre parole: ciò che semino raccolgo e che quindi ciò che gridi, per così dire alla eco della tua vita, quella ti risponde allo stesso modo. Ci sono situazioni che sto vivendo che proprio non mi piacciono, ciò che mi fa soffrire è che corrispondono a degli atteggiamenti che io non mi permetterei mai di assumere con gli altri ma che, a quanto pare, gli altri, costantemente assumono con me. Secondo la teoria esposta prima se io mi comporto in un determinato modo - diciamo per generalizzare e comprenderci prima - se io mi comporto in modo gentile, non dovrei di conseguenza ricevere gentilezza in cambio?! Daniela Cara Daniela, il problema che affronti è delicato perché non è così semplice come a prima vista appare. Ciò che solitamente si comprende dalla citazione che tu stessa fai, ovvero "La realtà esterna rispecchia sempre la tua realtà interna" è in genere un qualcosa di molto immediato, ovvero: se sei gentile ottieni gentilezza come risposta, mentre se sei arrogante ne sei ripagato allo stesso modo. Tuttavia, quando nonostante tutto, questi riescono a mettere insieme la capacità di affrontare la cosa e provano a manifestarla, la inevitabile risposta serafica che ottengono suona all'incirca così: "Problema tuo, mio caro, se percepisci qualcosa del genere dalle mie parole, probabilmente è perché rispecchia un tuo problema, un tuo difetto che non sai appunto riconoscere e che proietti su di me!" Ovviamente, il poveretto che aveva tentato di manifestare il suo disagio di fronte all'arroganza dell'altro, viene subito zittito e, tutto vergognoso, si ritira ad analizzare il suo intimo per scoprire la sua personale arroganza che sembra nascondere a se stesso. Ma passiamo all'esempio contrario, capita, sempre in questi gruppi, che qualcuno, nell'entusiasmo provato verso un responsabile, gli esterni la sua ammirazione. Onestamente non ho mai sentito nessuno di questi rispondere "Amico mio, è perché io rispecchio semplicemente una tua realtà, è perché tu sei bello di dentro che sai vedere la bellezza fuori di te!" 2 Essere spirituali non significa essere degli ingenui bonaccioni.