Manuali - I Quaderni della consapevolezza volume 1 | Page 10
Questo invitava a concentrarsi sulla metà piena
del bicchiere, anziché soffermarsi su quella
vuota. Sebbene saggio come consiglio, molti
però lo hanno tradotto imponendosi questa filosofia. Sono quelli che hanno tentato di essere
positivi a tutti i costi, coinvolgendosi in un tale
sforzo interiore, che ha poi vanificato la validità
del concetto.
Ricercatori che affrontarono il problema (si
veda il libro del medico statunitense Larry
Dossey: "Il potere curativo della preghiera"
edito da Red), chiedendosi perché in alcuni casi
il pensiero positivo funziona e perché in altri
invece no, hanno evidenziato che il costringersi
a pensare in un determinato modo crea una
forte tensione interna.
Dove c'è tensione la nostra energia non fluisce
liberamente e, di conseguenza, al posto di ottenere dei risultati positivi, si arriva a tutto il contrario. Ovvero, si è constatato che le persone che
si forzano a essere positive a tutti i costi, non
solo diventano vittime di pensieri ossessivi, ma
soprattutto si esauriscono energeticamente,
richiamando così nella propria vita il riflesso di
tale ristrettezza e indigenza interiore (vedi il
messaggio di Andrea qui di seguito). Non è la
testa che deve forzare verso una direzione, bensì
tutto l'insieme di noi deve esserne serenamente
convinto. Solo così l'energia circola liberamente
e richiama, di conseguenza, quel risultato nella
nostra vita.
Ovvero lo fisseremo nella nostra realtà.
Secondo il pensiero quantistico, rieffettuando
la misura, ovvero la gettata, la carta a questo
punto potrebbe risultare essere diversa dalla
gettata precedente!
Questa situazione, secondo Einstein, è la 'conoscenza incompleta' che ci può dare la mecquantistica.
Comunque,
continua
canica
Einstein, la carta in questione è di fatto una
delle due carte (variabile nascosta),indipendentemente dalla nostra incertezza che sia
l'una o l'altra (indeterminazione). All'atto della
misura noi possiamo finalmente constatare di
quale carta si tratta, ma secondo Einstein la
carta era quella già prima della misura. Mentre
secondo la meccanica quantistica invece non è
così! La carta in precedenza era in uno stato
indefinito: '50% asso di denari e 50% re di
cuori', e solo all'atto della misura la carta è 'diventata' - per esempio - un asso di denari. Ma
ritornando allo stato precedente e rieffettuando
la misura, stavolta la carta potrebbe diventare
un re di cuori!"
Come spiega il dottore, "secondo Einstein questi 'giochi di prestigio' quantistici erano del
tutto inaccettabili, così negli anni '30 egli iniziò a formulare vari paradossi fisici, che però
Bohr risolveva ogni volta, salvando così la validità della meccanica quantistica. Fu negli anni
'60 che il fisico Bell propose un certo esperimento la cui realizzazione poteva effettivamente dimostrare c