Il modello del DNA, il codice genetico dell’essere
umano, è rappresentato dall’avvitarsi di linee
parallele che disegnano una spirale, una vite
senza fine, così come lo sviluppo, gli intrecci
e le evoluzioni di un nastro. A ogni curva, a ogni
torsione, corrisponde una tappa nella scansione
di elementi del codice, dove è la memoria
di qualcosa. Qualcosa che ha avuto la propria
efficienza in una generazione, qualcosa che sarà
nelle generazioni seguenti. Anche un’azienda
ha aspetti che ricordano quelli dell’essere umano:
in fondo sempre di creazioni, d’organizzazioni
umane, si tratta... Così si può ben dire che
un’azienda conservi un codice genetico, un DNA.
Le sublimi qualità dell’imprenditoria italiana
di fine Ottocento, per DNA, si versarono
in Gianni Maimeri, un pittore che seppe coniugare
genio, invenzione e intraprendenza alla propria
vocazione artistica, alla pittura. Da questi elementi
prese vita l’azienda che di lui porta il nome,
arricchendosi a ogni curva, a ogni torsione,
di nuovi elementi riproducendo, in una continua
evoluzione, sostanzialmente lo stesso codice.
Un codice che si è trasmesso attraverso
generazioni di maestranze, grazie alla successione
del figlio Leone e del nipote Gianni.
E che cosa è in fondo un DNA, se non qualcosa
di simile a una formula? È la memoria
di un insieme di elementi, di ingredienti
che, sapientemente mescolati e lavorati, danno
origine a un preparato, a un prodotto, a un colore,
a un impasto cromatico...
Così, piace sapere che la più segreta formulazione
di un geniale pittore, possa ancora vivere,
a distanza di oltre un secolo, spremendo
un tubetto di colore sulla nostra tavolozza...
Gianni Maimeri, Dipinto per un manifesto
pubblicitario, 1924
Olio su tela, 100x69,5 cm
Alessandro Gedda, Dipinto per un manifesto
pubblicitario, 2012
Olio su tela, 100x70 cm