Magazine ObbiettivoNatura Nr.2 GIUGNO | Page 30

Fotografie e articolo di Luca Avanzini

Val Baganza

a qualche anno utilizzo un capanno fisso in Val Baganza per le mie osservazioni e sessioni fotografiche.

Si tratta di un capanno costruito su un terreno privato in collaborazione con alcuni amici e viene utilizzato in tutti i periodi dell’anno perché dotato sia di mangiatoie per gli uccellini che di una pozza per le abbeverate ed i bagni. Nel corso degli anni abbiamo avuto modo di migliorarne la fruibilità, le funzionalità ed il confort riducendone pure l’impatto ambientale.

La soluzione che abbiamo adottato dal settembre del 2017 pare essere la

migliore. Il capanno è concepito per essere utilizzato da tre fotografi contemporaneamente con soggetti a distanze di poco inferiori ai 4 metri.

Il capanno è un contenitore di legno (OSB) rivestito da telo per pacciamatura, sul

tetto è stata posizionata un ondulina catramata per evitare infiltrazioni di acqua e per garantire la visuale di tutto il set fotografico è stato posto un vetro riflettente lungo come tutto il capanno e alto 25 cm. Questa soluzione permette di osservare

l’ambiente circostante senza essere visti dagli uccelli. Per evitare che questi poi

possano sbattere contro il vetro, alla fine di ogni sessione fotografica ricopriamo il

vetro con un telo.

Un’ultima finezza è rappresentata dagli oblò attraverso i quali vengono inserite le

ottiche fotografiche. Questi sono infatti foderati da coni di tessuto nero che

avvolgono l’obiettivo e ne consentono il movimento impedendo agli uccelli di

vedere all’interno del capanno.

Per chi è appassionato di avifauna, il capanno fisso con mangiatoie e pozza

rappresentata la miglior soluzione per avere un set disponibile tutto l’anno. Una

valida alternativa alla caccia fotografica itinerante e alle oasi a pagamento.

Certo, questa soluzione richiede costanza, impegno, dedizione e soprattutto

pazienza nelle fasi iniziali.

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CAPANNO IN

Capanno in costruzione

D

Manfrotto

befree

advanced

di Gianluca Orlandini

ostruito in alluminio, con un peso di soli 1,4 chilogrammi e una lunghezza

di appena 40 centimetri da chiuso, il nuovo Manfrotto BeFree Ad-vance fa della portabilità la sua carat-teristica principale. Le gambe a quattro sezioni, che permettono di mantenere estrema-mente compatto il treppiede,consentono alla massima estensione di raggiungere un’altezza di 127 centimetri con la co-lonna centrale retratta. È possibile rag-giungere i 150 centimetri estendendo completamente la colonna,perdendo pe-rò un po’ di stabilità.

Il blocco dell’angolo di apertura su tre posizioni, 22, 55 e 89 gradi rendono il cavalletto molto versatile, garantendo un appoggio stabile anche su terreni irre-golari.

Il sistema di blocco dell’estensione delle gambe a ghiera M-Lock del modello te-stato, permette una sicura e veloce re-golazione dell’altezza del treppiede.

Se non fosse sufficiente l’ampio angolo di apertura, per chi avesse necessità di riprese rasoterra è possibile l’inversione della colonna centrale. Le generose di-mensioni delle ghiere e il rivestimento in gomma zigrinata, rendono comode le o-perazioni di serraggio e di sblocco dei se-gmenti, anche nella stagione fredda con indosso i guanti.

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C

Sotto: cavalletto in massima estensione