LUCE estratti LUCE 326_Carminati_Scuola Grande di San Rocco | Page 7

“La luce di cui parliamo oggi, e di cui parleremo in futuro è una luce che noi cerchiamo di plasmare e di portare nella direzione di crescita, di contemplazione e di consapevolezza nei confronti dei beni culturali e dell’arte” ALBERTO PASETTI e celando i nuovi corpi illuminanti ingegnerizzati appositamente per soddisfare i rigorosi requisiti di progetto, un estruso di alluminio con ottiche ellittiche e relativi accessori per distribuire il flusso luminoso su tutta la superficie pittorica con effetto semi- radente. La luce di questi apparecchi restituisce corpo e profondità alle allegorie lignee di Francesco Pianta che scandiscono i dossali in noce che foderano l’aula, ai bassorilievi di Giovanni Marchiori e ai dettagli architettonici quali le grandi bifore e l’altare. Le allegorie lignee del Pianta hanno richiesto un’illuminazione puntuale e al contempo un delicato bilanciamento dei flussi luminosi con fuochi incrociati per esaltarne la tridimensionalità e l’espressività. L’effetto plastico delle decorazioni lignee è valorizzato da una luce d’accento che utilizza il piccolissimo proiettore Palco su binario Low Voltage, retto da braccetti che lo distaccano di circa 45 cm dalle pareti su cui sono distribuiti i proiettori con fasci incrociati. In corrispondenza dell’altare, gli armadi posti a lato sono illuminati con un sistema a pavimento di doppio flusso luminoso. Da una parte gli apparecchi Palco con ottica a 42° permettono una velatura diffusa sull’insieme della superficie verticale, dall’altra piccoli sagomatori della linea Palco Framer, sempre su binario Low voltage, accentuano precise campiture valorizzando i bassorilievi di Giovanni Marchiori. L’illuminazione delle bifore, delle opere scultoree su piedistallo e degli archetipi architettonici dell’altare sono, infine, frutto di un attento confronto tra la forma, il rilievo plastico degli elementi e l’ampiezza di fascio luminoso unita alla direzionalità di quest’ultimo. Anche gli storici fanaloni perimetrali, elementi caratterizzanti del contesto, sono stati equipaggiati di lampade circolari customizzate, con schermo opalino e tecnologia RGBW. La luce bianca che emettono corrisponde a una temperatura di colore molto calda, 2.500 K, in grado di rievocare lo storico effetto incandescente delle candele. L’uso della luce colorata di questi apparecchi è previsto solo durante particolari eventi o cerimonie. Con una resa cromatica superiore a Ra 90, nel resto della sala sono in uso due principali temperature di colore: 3.000 K per le opere pittoriche del Tintoretto e per il soffitto dorato; 2.700 K per le parti lignee scure, prive di dorature e tonalità chiare, aumentando in tal modo l’effetto plastico materico del legno. La gestione e il controllo delle scene luminose della Sala è affidata a un sistema digitale, su protocollo DALI, che consente un livello flessibile delle intensità luminose dei singoli punti luce e dei raggruppamenti tipologici per aree omogenee, permettendo così nuove forme di lettura delle opere in grado di donare grande emozione ai visitatori. Una luce che aiuta a ritrovare una gerarchia della visione; una luce sì per illuminare (base e risposta alle esigenze prettamente funzionali), ma anche per vedere (volontà di scoprire e comprendere i contenuti) e per sentire (livello emozionale). Quella luce che per il Guardian Grando della Scuola, Franco Posocco, “è metafora della conoscenza, perché fa emergere la forma, la fa esistere, traendola dal nulla, dalla tenebra dell’oscurità”. Tintoretto, Battesimo di Cristo / The Baptism of Christ DESIGNING LIGHT / LUCE 326 51