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¶ SHOW TIME
Transmission Festival:
laser, musica e grandi storie
Intervista a Bas Kemper, lighting designer
di Marcello Filibeck
I
l panorama internazionale dei festival di
musica elettronica racchiude concept molto
diversi tra loro. Alcuni eventi puntano tutto
sui DJ e la loro popolarità, mettendo in secondo
piano palchi giganteschi e scenografie da
cinema; altri cercano di trovare il giusto
bilanciamento tra musica e spettacolo. Tutti,
però, hanno un denominatore comune: offrire
agli spettatori uno show da ricordare. Da grande
appassionato di musica elettronica, nel corso
degli anni ho partecipato a numerosi festival
in giro per l’Europa e mi sono reso conto
di quanti stili artistici differenti si possano
seguire nella progettazione di uno stage o
di un impianto luminoso. Quando lo scorso
novembre sono stato al Transmission Festival
a Praga, però, sono rimasto particolarmente
impressionato. L’evento si svolge all’O2 Arena,
un moderno palazzetto in grado di contenere
quasi 20.000 persone, e da circa dieci anni
è uno degli appuntamenti di maggior richiamo
a livello europeo. Oltre che per la selezione
musicale di alta qualità, è famoso per il grande
utilizzo di laser colorati molto potenti, vero
punto di forza del disegno luci. In effetti, una
volta entrato nell’arena, ho assistito a uno show
notevole dal punto di vista tecnico e artistico:
ciascuna edizione del festival è caratterizzata
da un tema, che costituisce la base di partenza
per la scrittura di una vera e propria storia,
raccontata nel corso della notte attraverso
luci, videoproiezioni, filmati e con il supporto
di performer di vario tipo. Questa soluzione
artistica si combina perfettamente con
la musica, dando vita a una esperienza
coinvolgente e appassionante. La produzione
del Transmission è seguita da diversi team di
tecnici, accomunati dalla grande passione verso
la musica e da anni di esperienza di lavoro
insieme. Bas Kemper è il lighting designer
e, oltre a seguire il progetto illuminotecnico, si
occupa anche di progettare lo stage. Lo abbiamo
intervistato per conoscere più da vicino il suo
lavoro e il processo creativo che porta alla
nascita di una nuova edizione del festival.
Piacere di conoscerti Bas. Cominciamo dal tuo
background: da quanto tempo fai parte del
team del Transmission?
È cominciato tutto circa dieci, undici anni fa.
Sono stato coinvolto in questo progetto da
un mio amico, che lavorava già all’interno
dell’organizzazione del festival. Mi chiese
di affiancarlo come operatore alla consolle luci
e fu così che iniziai la mia esperienza all’interno
del team. Successivamente abbiamo coinvolto
altri due operatori e io ho iniziato a dedicare
più tempo alla realizzazione del design del
palco. Nel corso degli anni il gruppo si è
strutturato in diverse squadre di lavoro che
cooperano insieme nella progettazione di tutte
le componenti artistiche.
Il Transmission è diventato uno dei festival più
importanti e riconosciuti nel panorama europeo
e uno degli eventi trance più popolari al
mondo. Qual è il segreto del vostro successo?
Il fondatore del festival e di United Music
(la società che produce il Transmission, N.d.R),
Anco van der Kolk, si era trasferito a Praga
dai Paesi Bassi con l’obiettivo di organizzare
un festival di musica elettronica di grande
qualità in Europa Centrale, e assieme a un
gruppo di amici ha iniziato a pensare a questo
progetto. Sono tutti grandi fan dello stesso
genere musicale, la trance, e questo fattore
ha sicuramente contribuito alla crescita di un
team con obiettivi di lavoro comuni. Il salto
di qualità è stato fatto quando abbiamo deciso
di spostare la location alla O2 Arena:
in quel periodo era stata costruita da poco
e rappresentava l’avanguardia per quel genere
di strutture. È stata una scelta vincente, che
ci ha dato la possibilità di sperimentare nuove
soluzioni tecniche e creative.
Ciascuna edizione di un festival è caratterizzata
da un nuovo tema che definisce e orienta lo
stile dell’evento e il design dello stage.
Quando ho partecipato al Transmission,
lo scorso novembre, sono rimasto
particolarmente colpito dalla vostra abilità
di creare una storia e raccontarla attraverso
le luci e le immagini durante la serata.
Come nasce il design del vostro festival?
Il tema di ogni edizione è curato dai ragazzi
di Vision Impossibile, una società olandese
premiata a livello internazionale, che si occupa
di creare lo storyline e di realizzare le
animazioni grafiche. Realizzano lo script
della storia e lo suddividono tra le introduzioni
di ciascun DJ, che durano fino a quattro minuti.
Sulla base della loro bozza, il mio gruppo
di lavoro comincia a progettare lo stage
e a immaginare che aspetto dargli. Si parte
sempre da una caratteristica ricorrente, cioè
quella di utilizzare un grande schermo centrale.
Può sembrare una scelta banale, ma è in questo
modo che riusciamo a esprimerci al meglio,
proiettando filmati e animazioni su una
superficie molte estesa, al fine di coinvolgere
al massimo i partecipanti. C’è poi un dettaglio
importante da non trascurare. Il Transmission
è un festival che, partendo da Praga, tocca
diversi Paesi del mondo: nel progettare lo stage
bisogna considerare i limiti che potrebbero
avere le altre location, per evitare problemi
strutturali in fase di montaggio del palco.
Anche la scelta del tema va curata con
attenzione per prevenire possibili problemi.
ll Transmission è un festival che viene ricordato
anche per l’uso massiccio di laser molto potenti,
una soluzione tecnica di grande impatto
e in grado di impressionare i partecipanti.
Come nasce questa scelta?
I laser rappresentano sicuramente una grande
opportunità per fare in modo che uno show
venga ricordato. Nel progettare il disegno luci,
cerco di tenere sempre a mente come sfruttare
ciascun componente a mia disposizione –
proiettori tradizionali, laser, video, fuochi
d’artificio… – per creare una maggiore
sensazione di coinvolgimento degli spettatori
nello spettacolo. In realtà i laser che utilizziamo
per il Transmission non sono così numerosi
rispetto ad altri eventi, ma il fatto di posizionarli
direttamente di fronte al pubblico, senza
nient’altro davanti, crea un effetto dirompente
che li fa apparire ancora più potenti. Inoltre,
la O2 Arena che ospita il Transmission è, a mio
avviso, la location migliore per organizzare
eventi di questo tipo, per via del soffitto molto
alto, che ci permette di costruire uno stage
di grandi dimensioni (45 metri di larghezza
per 23 metri di altezza). Sia dalle tribune che
dalla pista si ha una visuale ottima e c’è spazio
per tutti, senza sovraffollamento.
Durante il nostro scambio di mail per
organizzare questa intervista, hai accennato
al fatto che la produzione che realizza il design
del Transmission è diversa da quelle di altri
festival. Perché?
Credo che, come ho già detto prima, il lavoro
di squadra che caratterizza questo festival
rappresenti un grande valore aggiunto per
la produzione. Certo, sono io in prima persona
a progettare il design e a trasformarlo in un
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