LUCE estratti LUCE 324_Calatroni_Silvia Perego | Page 5
per entrare in contatto con un mondo, quello
della Luce, che ci ha più volte dimostrato la sua
caparbietà, vitalità, dinamicità e crescita
continua (culturale e progettuale). È importante
diffondere la cultura del progetto della luce
attraverso l’impiego di professionisti qualificati,
liberi e indipendenti. È importante che
le facoltà di Design, Architettura, Ingegneria
e anche le scuole superiori raccontino di questa
meravigliosa professione, che regala ogni giorno
grande bellezza e grande qualità. Credo
fortemente in APIL. Grazie all’Associazione,
all’inizio della mia attività da libera
professionista, mi sono sentita supportata
e parte di una realtà concreta. Sappiamo tutti
della difficoltà, reale, tangibile, di veicolare
il nostro operato in qualità di lighting designer
nel mercato italiano. È grazie a realtà come
APIL che si è potuto fare dei passi in avanti
e permettere, anche a professionisti come me,
di poter affrontare con maggior consapevolezza
questa attività, sin dai primi istanti. Dobbiamo,
tutti, senza timore, aderire a quelle realtà
che promuovono e difendono il nostro operato.
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di un equipaggio fatto di entusiasmo, orizzonti,
sogni e sorrisi”. Ogni progetto, ogni racconto,
ogni pensiero è un viaggio. L’opportunità
di poter apprendere dal suo linguaggio, dal suo
approccio progettuale, di dialogare con lui
e il suo team con molta serenità è ciò che rende
così appassionante questo lavoro.
rive del Fiume Ticino. Soltanto nelle sere
e nei pomeriggi invernali, in cui la nebbia
avvolge tutto, si percepisce un’emozione,
le uniche luci visibili sono quelle riflesse
in modo sfocato sulla superfice dell’acqua.
Normalmente è tutto fortemente aranciato
dal riflesso generato dalle grandi torri faro
dell’aeroporto di Malpensa. Un’opportunità
dimenticata e persa.
Alfonso Femia ha recentemente affermato
che “non si può vivere in uno spazio con una
luce fredda, indifferente, la luce è terapeutica,
è una compagna e parla al nostro corpo, alla
nostra anima”. Com’è stato lavorare con lui?
Illuminarne gli edifici, gli interni o gli oggetti,
seguirne i percorsi progettuali e concretizzarne
i pensieri.
Alfonso, per me, è un maestro.
Per citarlo, lavorare con lui “è come far parte
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LUCE 324 / LIGHTING DESIGNERS
Roger Narboni, sull’ultimo numero di LUCE, ha
parlato di dark infrastructure e dell’importanza
del buio nelle città. Un suo pensiero su questo.
Amo il buio. Credo che sia necessario,
compatibilmente con le esigenze normative
e di sicurezza, per ri-attribuire alle nostre città
una dimensione “umana”. Oggi grazie alla
tecnologia sarà forse possibile non solo
contenere i consumi, ma anche gestire
l’illuminazione pubblica attraverso i reali
bisogni che si evolvono rapidamente quanto
le reti delle nostre città. Ciò che mi affascina
delle città nelle ore notturne sono queste grandi
superfici verticali a volte accese, a volte spente,
in funzione del vissuto. Ci raccontano con
una tale delicatezza la vita umana. Come ne
L’impero delle luci di Magritte, una finestra
accesa ci mette in comunicazione con l’anima
delle nostre metropoli. Credo che vada rispettata
di più questa scansione.
Come docente, quale consiglio si sente di dare
a un giovane futuro lighting designer?
E nel ruolo di Consigliera APIL?
La ringrazio per la definizione di Docente,
ma ho solo avuto modo, per ora, di essere
assistente all’interno di alcuni workshop.
Oggi non posso che promuovere questa
professione. È davvero una grande opportunità
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A suo parere, in che modo l’avvento del LED,
con i suoi importanti vantaggi in termini
di risparmio energetico e ambientali,
sta modificando la figura professionale
del Lighting Designer?
L’avvento dei LED, ma soprattutto la loro
continua evoluzione, ha imposto al mercato
la necessità di ricercare maggiore specificità,
per districarsi all’interno di un complesso
labirinto tecnico. Niente è scontato, tutto
si evolve e a noi lighting designer è richiesto
un apprendimento continuo. La nostra
professione si contamina sempre di più
con mondi nuovi: dalla multimedialità alla
supervisione, dallo IoT alle neuroscienze.
Voglio credere che oggi sia impossibile
prescindere da un lighting designer se
si vuole affrontare correttamente un progetto
illuminotecnico. Competenza tecnica, specificità,
trasversalità, trasparenza, design italiano
e cultura della luce sono le qualità che ogni
giorno la nostra professione porta all’interno
del processo del progetto.