LUCE estratti LUCE 324 _ Calafiore _ Cristian Zucaro | Page 6

Negli ultimi anni abbiamo assistito in teatro a una crescente dissoluzione della Scenografia, ed Emma Dante è un’autrice che persegue fortemente questa linea. Qual è il tuo punto di vista sugli equilibri e i permeabili confini esistenti tra Scenografia e Luce? L’equazione visiva che si stabilisce tra questi due elementi è sempre cruciale nella messa in scena di uno spettacolo? Trovo interessante il percorso che mi ha accompagnato. Illuminare una scenografia, trovare un ambiente, ricrearlo, costruire ambienti. La scena e la luce: la luce inizialmente ci rivelava la scena, con J. Svoboda, che è stato il primo scenografo a utilizzare la luce e costruire le sue scene in funzione delle potenzialità di intervento che ha luce nella drammaturgia, ha fatto un passo che non può essere trascurato. In spettacoli privi di scenografia ci si ritrova a lavorare con gli attori, la luce determina lo spazio e il tempo, diventa attrice anch’essa. In uno spettacolo come Bestie di scena, dove non ci sono scene e nemmeno costumi, per esempio, anche la luce non può essere un accessorio estetizzante o di arredamento, deve essere funzionale al dramma, essenziale. di candela si presume. Questo ring abbassato con le luci color del fuoco è per me anche il rovescio o scheletro di un palco di commedia dell’arte, in linea dunque con un aspetto della rappresentazione dei personaggi che al posto di recitare sopra ne sono oppressi. Vista la tua esperienza, come hai vissuto dalla tua consolle e come ha influito nella costruzione dei vostri spettacoli l’evoluzione e la mutazione del DNA delle sorgenti luminose a incandescenza e a scarica verso l’elettronica dei LED e la robotica dei proiettori motorizzati? Io sono stato “rapito dal mondo della luce” anche grazie a un vecchio regolatore luci analogico; il controllo della luce con le dita resta insuperato a livello sensoriale, altro che schermi touch! Naturalmente l’avanzamento delle tecnologie va accolto, controllato, sostenuto e fatto evolvere per ciò che è necessario. Non abolirei la lampada a incandescenza, ma finalmente negli ultimissimi tempi abbiamo sui mercati degli apparecchi LED anche motorizzati (come quelli usati a Siracusa quest’anno) che hanno raggiunto un livello di qualità fotografica, oltreché di potenza, eccelsa. Si può a mio avviso iniziare a pensare di utilizzare questa nuova generazione di macchine anche in teatro, dove si è rimasti a lungo restii all’utilizzo dei proiettori LED e ai proiettori motorizzati per i più svariati motivi, ma soprattutto per una qualità non ancora all’altezza. Purtroppo le politiche culturali italiane non fanno ben presagire verso un percorso di rinnovamento dei materiali, nonostante si possa ben valutare un abbattimento dei costi e dell’impatto ecologico, proprio ora che sarebbe un momento giusto, a mio avviso, per investire in queste macchine in ambito teatrale anche qui in Italia. Qual è il tuo luogo segreto? La natura, sui monti, nei boschi. Il silenzio. andare avanti per così dire; posso dire che cerco una luce che sia organica, con la scena, con gli attori, che sia anima. In La scortecata, spettacolo teatrale liberamente tratto da lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, il processo di dissoluzione della scenografia ricodifica lo spazio e il buio, ed è l’impianto illuminotecnico stesso che fin dall’inizio dello spettacolo appare in scena diventando in filigrana lo scheletro di una scenografia inesistente. Come avete creato lo spazio e la luce in questo spettacolo? Credo molto in linea con il mondo del teatro di Emma, abbiamo immaginato queste due sorelle centenarie in un basso napoletano, quindi chiuso, angusto con una porta sulla strada, unico ingresso per la luce (in palcoscenico è in proscenio al centro). Intorno a loro, in questo anfratto, luce 1 84 LUCE 324 / LANTERNA MAGICA 2 1, 2, 3 | Eracle regia di Emma Dante Teatro Greco di Siracusa, 2018