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¶ INCONTRI Intervista con Maurizio Rossi Il Master in Lighting Design & LED Technology del Politecnico di Milano: i temi trattati, il valore del contributo formativo dei docenti e dei tirocini nelle imprese partner, il contesto internazionale di Monica Moro Direttore, qual è l’orientamento e la storia del Master in Lighting Design del Politecnico di Milano, ci può raccontare come è nato e come si è evoluto? Il Master in Lighting Design è nato nel 2003, ed è stato fortemente voluto dall’allora Preside della Facoltà del Design Alberto Seassaro, che istituì già dagli anni ‘80 i primi corsi di specializzazione in Illuminotecnica, per venire incontro a una carenza nazionale, di educazione alla luce, infatti non esisteva ancora nessun corso dedicato all’illuminazione in Italia. Il design della illuminazione richiedeva la definizione di una nuova professione e un’adeguata metodologia di progetto, un impegno che il Politecnico ha assunto chiamando a contribuire i migliori professionisti e tecnici nel ruolo di docenti. Dal 2010 il master ha esteso il titolo a Master in Lighting Design & LED Technology, a fronte delle nuove tecnologie emerse nel mercato, per ribadire la sua attenzione alle innovazioni di settore in un’ottica Politecnica. Una breve descrizione del Master? Il nostro obiettivo è di formare figure professionali che abbiano le competenze per seguire in modo innovativo l’intero iter progettuale dell’illuminazione, che siano provviste di quelle capacità in grado di farle inserire in tutte le attività della progettazione della luce. Sin dall’inizio il Master si è rapportato al mondo del lavoro, alle imprese e ai professionisti, e alla qualità del nostro Master ha contribuito il taglio accademico dato al corso, in questo caso quello tipico riconosciuto e apprezzato non solo in Italia, del Politecnico di Milano: tre mesi di full-immersion tecnica, scientifica e culturale, poi si prosegue in un’ottica progettuale e pratica, e la parte finale è dedicata al tirocinio aziendale in aziende e studi professionali del settore. Il primo passo, che gli aspiranti partecipanti al Master devono fare, è la richiesta di partecipazione cui segue un colloquio di selezione. L’ammissione dipende dal punteggio risultante dal colloquio di selezione. Per partecipare è necessario un inglese fluente, dato che da tre anni il master è esclusivamente in lingua inglese. Voi, Laboratorio Luce del Politecnico, che ospitate il Master e contribuite allo sviluppo delle nuove fonti di luce svolgendo ricerca sulle nuove tecnologie, come affrontate il design della luce? Il nostro pensiero di fondo è che proprio la figura del Lighting Designer, del professionista dell’illuminazione, determina la qualità della luce in quanto è in grado di governare sia la scelta degli strumenti che del modo in cui avviene l’illuminazione, il suo intervento è fondamentale nel processo di progettazione. Il nostro Master è l’unico master al mondo che si tiene in un Laboratorio, il più grande che esiste nelle università italiane. Lo Human Centric Lighting, che è uno dei temi di cui ci occupiamo al Laboratorio Luce, ha effettivamente dimostrato l’importanza della fisiologia, della psicologia e di altri temi multidisciplinarmente connessi all’illuminazione, presuppone una conoscenza approfondita di molte materie, così come il tema della illuminazione per i beni culturali. Noi del laboratorio non ci occupiamo di progetti di illuminazione, perché pensiamo che questa sia l’attività dei professionisti del settore. Il laboratorio ha al suo interno competenze multidisciplinari, partecipa ad attività di ricerca applicata e sviluppa e integra nuove tecnologie nel design di nuovi sistemi e nuovi prodotti di illuminazione. Dal 2002, anno di nascita del Laboratorio, abbiamo partecipato a 21 progetti di ricerca finanziati da bandi pubblici in collaborazione con aziende del settore, e 6 progetti di ricerca finanziati direttamente PROJECT WORK Lighting for Cultural Heritage | Docenti: Cinzia Ferrara, Pietro Palladino Students: Lee Chi To, Leonardo Cusinato, Pier Paolo Cedaro 42 LUCE 319 / INCONTRI Students: Federico Barbaglio, Raffaella Barresi, Alice Oneto