LUCE estratti LUCE 318_Oldani_Le infinite stanze di Ariosto | Page 5

Sala 12: "Battaglia di Pavia", Bernard van Orley, 1528.31, spada di Francesco I e la rotella da parata di Polidoro Caldara / Room 12: "the Battle of Pavia" by Bernard van Orley, 1528.31, the sword of Francesco I and the parade shield by Polidoro Caldara A Ferrara risplende di nuova luce uno degli edifici rinascimentali più celebri al mondo, Palazzo dei Diamanti, così denominato per la particolarissima forma degli oltre 8.500 blocchi di marmo che compongono il suo bugnato. Progettato da Biagio Rossetti, fu costruito dal 1493 per conto di Sigismondo d'Este, fratello del duca Ercole I d'Este. In occasione del restauro e rinnovamento impiantistico dell'illuminazione delle sale a piano terra, durato circa un anno e mezzo tra progetto e realizzazione del nuovo impianto, la Fondazione Ferrara Arte ha inaugurato una mostra nel V centenario della stampa del Furioso, nel segno della qualità storico-artistica di un progetto espositivo di cui certamente si parlerà molto: "Che cosa vedeva l'Ariosto quando chiudeva gli occhi, e componeva l'Orlando Furioso". Un lungo lavoro, condotto dai curatori Guido Beltramini e Adolfo Tura, Maria Luisa Pacelli e Barbara Guidi, e da un comitato scientifico composto da studiosi di letteratura e da storici dell'arte. Straordinaria narrazione d'immagini di capolavori dei più grandi artisti del Rinascimento: da Mantegna a Leonardo, da Michelangelo a Raffaello, da Paolo Uccello a Botticelli a Tiziano con il Baccanale degli Andrii, oggi al Prado, che torna in Italia a cinque sec oli dalla sua creazione. Oltre a sculture antiche e rinascimentali, incisioni, arazzi, armi, strumenti musicali, libri e manufatti di impareggiabile bellezza e preziosità. Uno spaccato sublime della Ferrara estense, città in cui il 22 aprile 1516 terminava la stampa, in un'officina tipografica ferrarese, l'opera simbolo del nostro Rinascimento, tra i capolavori assoluti della letteratura occidentale. 18 LUCE 318 / MOSTRE LUCE incontra i protagonisti di questa trasformazione e traccia un percorso a ritroso di quelle che sono state le tappe salienti e le principali motivazioni che hanno portato a un risultato di altissimo livello sotto il profilo della messa in scena dell'apparato espositivo di un mondo Ariostesco del tutto inedito. Ne abbiamo parlato con la curatrice delle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Ferrara Arte, Barbara Guidi, il progettista dell'allestimento Antonio Ravalli, col lighting designer Alberto Pasetti e l'amministratore delegato di Erco Italia, Andrea Nava. BARBARA GUIDI “La luce è un elemento chiave nella realizzazione di un percorso museale” Dottoressa Guidi, qualche anno fa lei ha posto le basi per affrontare il rinnovamento degli apparecchi di illuminazione della Galleria. Può dirci quali fossero i principali problemi che affrontavate per la realizzazione delle mostre? Ancor più dei musei che ospitano collezioni permanenti, e che sono caratterizzati da un percorso espositivo che varia con minore frequenza o solo in minime parti, gli spazi destinati a mostre temporanee necessitano di impianti di illuminazione funzionali e flessibili che permettano di conciliare le necessità di conservazione e corretta illuminazione con un'ampia possibilità di declinazione della luce per valorizzare opere d'arte sempre diverse, per genere e formato, nell'ambito di allestimenti altrettanto differenti. Il precedente impianto di Palazzo dei Diamanti, caratterizzato da un sistema a puntamenti fissi, non permetteva più di far fronte in modo adeguato a necessità espositive così diversificate, ragione per cui abbiamo optato per un sistema di ultima generazione con struttura "a binario". La luce rappresenta per lei un elemento importante nel suo lavoro. Qual è stato il suo rapporto con la luce per l'Orlando Furioso quando immaginava la mostra? Esiste un tema di correttezza dell'illuminazione e uno di interpretazione. In entrambi i casi, la luce è un elemento chiave nella realizzazione di un percorso museale o espositivo e, quindi, del racconto curatoriale. Sin dall'inizio, assieme ai curatori della mostra e all'architetto Ravalli, abbiamo desiderato realizzare un allestimento che valorizzasse al massimo le opere straordinarie che ci sono state concesse da grandi musei italiani e stranieri, e al contempo fosse in grado di restituire la dimensione fantastica dell'Orlando furioso. Per la progettazione e la realizzazione del nuovo impianto, il Comune di Ferrara si è rivolto ad un lighting designer e ne siamo molto lieti. È la prima volta che lei si relazionava con un professionista della luce? Siamo convinti che, per essere realizzati, i buoni progetti abbiano bisogno del concorso di professionalità differenti che apportino, ognuna per sua parte, esperienze, competenze e sensibilità specifiche. Riuscire a inserire un impianto illuminotecnico di ultima generazione in uno spazio ricco di storia come Palazzo dei Diamanti, facendo sì che questo si armonizzasse anche dal punto di vista estetico con la sua