LUCE estratti LUCE 318_Longo, Rizzato Naressi_John Jaspers | Seite 3

D irettore Jasper ci racconta la storia del suo museo? È da circa cinque anni che dirigo il Center for International Light Art; prima ero direttore di un museo analogo a Eindhoven, che ora non esiste più. A tutt’oggi il Center for International Light Art, aperto nel 2001, è l’unico museo al mondo dedicato alla Light Art. La sede è all’interno di un antico birrificio a Unna, nella Renania Settentrionale- Vestfalia, vicino a Essen e Dortmund. Lì sono esposti “i Rembrandt e i Van Gogh” della Light Art: nomi come James Turrel, Keith Sonnier, Mario Merz, Christian Boltanski, Rebecca Horn, Olafur Eliasson, a cui è stato chiesto di venire a Unna personalmente, scegliersi uno spazio all’interno del museo e costruire grandi installazioni site-specific. La fama di questi artisti internazionali richiama il pubblico fino a Unna. Il direttore del Centre for International Light Art John Jaspers, davanti a una delle installazioni del museo / John Jaspers, the director of the Centre for International Light Art in front of one of museum installations François Morellet – No End Neon (Pier and Ocean), 2001/02 46 LUCE 318 / CORRISPONDENZA DA BERLINO Oltre alla collezione permanente, il museo ospita diverse mostre temporanee: l’ultima, dedicata a Francois Morellet, sarà visitabile fino al 29 gennaio. Francois Morellet è uno dei maestri della Light Art: ha lavorato con la luce fin dagli anni Sessanta e le sue prime opere con i neon risalgono al 1962. Inizialmente non era sicuro di voler fare la mostra, perché sapeva di essere anziano e debole. Poi l’anno scorso sono andato personalmente a trovarlo a Cholet, in Francia: gli ho portato grandi disegni e piante delle sale del museo, e in un pomeriggio, assieme ai suoi collaboratori, abbiamo messo in piedi la mostra. È morto l’11 maggio 2016, quindi questa è l’ultima esposizione che ha curato personalmente. Ha scelto opere del primo periodo e alcuni degli ultimi lavori, eseguiti fino al 2015. In un certo senso la mostra è una celebrazione del meraviglioso corpo di opere di Light Art che ha lasciato dietro di sé. Una delle reazioni più comuni alla Light Art è ciò che io chiamo “Effetto Wow”: la luce arriva direttamente ai nostri sensi, è emozione pura e può influenzare le nostre emozioni. La stessa cosa vale per Francois Morellet, ma il suo lavoro è più minimalista, astratto, forse un po’ difficile da afferrare per il largo pubblico, non così accessibile a prima vista. Ma a uno sguardo più attento, si coglie subito la profondità della sua arte. Un’altra importante iniziativa del Centre for International Light Art è l’International Light Art Award. Che cosa può dirci della prossima edizione? È un concorso su scala mondiale nato nel 2015. Nella prima edizione i partecipanti sono stati proposti da direttori di musei, curatori, critici d’arte e collezionisti, a ciascuno dei quali era stato chiesto di scegliere due nomi significativi del panorama contemporaneo. In tutto hanno gareggiato trenta artisti, ma abbiamo ricevuto così tante proteste da persone che chiedevano una competizione aperta, che quest’anno l’abbiamo resa tale. La procedura di selezione si è da poco conclusa, ora abbiamo circa 400 progetti da oltre quaranta paesi diversi. È meraviglioso che il premio abbia ottenuto tanto riconoscimento. La mole di lavoro organizzativo questa volta però è immensa, in quanto stiamo tentando una preselezione dei lavori: non possiamo certo chiedere alla giuria di esaminare 400 progetti, scapperebbero! Valutiamo attentamente che siano state rispettate tutte le condizioni del regolamento e che i progetti siano realizzabili. A volte gli artisti sono dei gran sognatori, ma anche l’aspetto tecnico della Light Art ha la sua importanza. Solo 30-35 progetti arriveranno alla giuria e l’esposizione delle installazioni