Litelab
d'aria, evidentemente installati in fase
successiva all'illuminazione, "producevano
ampie zone d'ombra a terra, e che quindi i
livelli risultavano di circa 40-50% inferiori
rispetto alle zone circostanti".
Il rilievo da lui compiuto mostrava che anche
nelle zone non schermate dai condotti d'aria
i valori di illuminamento rimanevano molto al
di sotto dei 600 lux medi previsti, inoltre con
scarsa uniformità (differenze >20%). Questo,
ci spiega, probabilmente perché le sorgenti
avevano ore di funzionamento non uniformi
a causa della manutenzione puntuale
a lampadina esaurita e non programmata con
la sostituzione di tutte le sorgenti.
Abbiamo quindi chiesto all'Ing. Francesco
Chiodaroli di descriverci l'allestimento luci
e i provvedimenti di lighting design adottati.
Quali apparecchi avete utilizzato?
Premetto che il primo obiettivo da tenere in
considerazione nel progetto per l'illuminazione
sportiva è la garanzia dei requisiti normativi di
livelli di illuminamento e di uniformità, a cui
seguono basso abbagliamento/comfort visivo e
efficienza/eco-sostenibilità. Per il nuovo
allestimento luci ci è stato richiesto di avere
1000 lux medi sull'intera superficie sportiva. Il
prodotto scelto è il Sylbay Gen 2 di Sylvania: 6
moduli HO DALI 34105 lumen 222 W in versione
fascio medio. Ha una fotometria
sufficientemente aperta (angolo di
dimezzamento 61°) per garantire l'adeguata
sovrapposizione delle emissioni luminose, la
corretta illuminazione anche delle superfici
verticali e l'assenza di ombre nette. La
fotometria mantiene inoltre una spiccata
componente direzionale, necessaria per poter
orientare correttamente l'emissione luminosa
dei vari apparecchi e raggiungere un livello
molto alto di uniformità (0,897 sulla superficie
interna alla pista e 0,78 sulla pista rispetto allo
0,7 richiesto dalla UNI 12193-2019).
Il Sylbay LED, con l'ottima efficienza di 154
lm/W, consente di ridurre la potenza totale
installata a 42180 W rispetto ai 92064 W
precedenti.
Quale organizzazione è stata data agli
apparecchi, non solo sul piano illuminotecnico
ma anche architettonico o visivo?
Gli apparecchi sono disposti su 6 dei 13 correnti
esistenti sulla copertura, in modo da:
• non utilizzare quelli su cui sono sospese le
condutture d'aria;
• non utilizzare il corrente più basso opposto
alla gradinata (come invece nell'impianto
esistente) per eliminare l'inutile abbagliamento
del pubblico e delle telecamere;
• alzare la componente verticale nel tratto di
pista vicino alle gradinate per ottimizzare la
visione del pubblico e delle telecamere.
La disposizione e il puntamento dei Sylbay Gen 2
sono stati ottimizzati con attenzione per
raggiungere la massima uniformità; il numero
di apparecchi installati sul corrente tra due
archi varia da 1 a 5, in funzione della zona e
dell'altezza di installazione.
Nonostante queste variazioni di numero, è stata
curata una disposizione ordinata degli
apparecchi, con allineamenti precisi tra i vari
gruppi. Questa scelta non dipende da esigenze
illuminotecniche, ma punta a integrare con
pulizia i segni dell'illuminazione nelle scansioni
della struttura.
Nelle due zone di foto-finish sono poi stati
comunque previsti 1 + 2 apparecchi in più, in
modo da avere tutti i valori oltre 1.000 lux
(1.143 lux medi arrivo pista 60 m, e 1.228 lux
medi arrivo anello 200 m), anche in previsione
di utilizzi con illuminazione generale inferiore
al 100%.
La messa in opera del progetto, seguita da
Simone Pagliaretta e dall'ing. Paolo Moreschini
della CPM Gestioni Termiche S.r.l., ha previsto,
per ogni singolo punto luce, la dotazione di un
regolatore DALI collegato a un nodo UVAX Serie
NX80, a sua volta interfacciato con il
concentratore UVAX SERIE CA13/LX12. UVAX è
un'azienda con oltre 10 anni di esperienza nello
sviluppo di soluzioni tecnologiche avanzate,
focalizzate verso il mercato delle Smart Cities,
Smart Grid e IoT. Il sistema di controllo ha
consentito di realizzare "un sistema
centralizzato punto-punto, in grado di gestire
DESIGNING LIGHT / LUCE 331
27