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¶ EDITORIALE Un nuovo sguardo sul futuro e tanta audacia per ricominciare A new look at the future and the courage to start again di Silvano Oldani Un numero che nasce in uno dei momenti più drammatici della vita di milioni di persone in Italia, in Europa e nel mondo, al punto da richiamare alla mente i termini “guerra” o “dopoguerra”. L An issue born in one of the most dramatic moments in the lives of millions of people in Italy, Europe and worldwide, to the point of evoking the words “war” or “post-war”. o spazio che lascio in bianco dopo quelle due inusuali parole è quello del tempo di un pensiero e di una preghiera per tutte le persone che per aiutarci ci hanno lasciato, e per tutte quelle che continuano, a rischio della loro vita, a impegnarsi per la nostra. Un editoriale che nasce a fatica, non solo per presentare quello che vedrete o leggerete subito dopo aver sfogliato questa pagina, cioè un numero di LUCE di buona qualità per contenuti, immagini e grafica, ma un editoriale scritto per ringraziare soprattutto i molti protagonisti che ci hanno permesso di realizzarlo: autori, collaboratori e tutti coloro che hanno accolto l’impegno di dedicarci in queste settimane inimmaginabili e difficili del tempo per raccontarci i loro progetti e le loro idee. E se ogni numero è un impegno mai del tutto finito, settimana dopo settimana, questo numero di marzo, preparato in frangenti dolorosi e tristi come quelli che stiamo vivendo e che il nostro Paese vive con dignità, le parole grazie e responsabilità mai sono state per me così importanti, appropriate e necessarie, a rinsaldare l’essenziale reciproco rapporto di fiducia tra LUCE e i suoi lettori. T Un credito per noi prezioso, da conservare e alimentare con cura, e ancora possibile solo grazie a un sentimento di fiducia e d’identificazione culturale e professionale con il mondo della luce italiana, che ci ha sostenuto e continua a farlo ancora oggi, dopo quasi sei decenni; sessanta, infatti, gli anni di questa rivista, fondata da sette sognatori in un’Italia che si impegnava con tutte le sue forze per il suo futuro, che era incerto, arduo, come quello che viviamo tutti ora. Sono riflessioni di questo inizio d’anno, certo non nuove nel futuro incerto che ci attende. Un futuro in cui dobbiamo credere, dopo mesi che non dimenticheremo mai; così come non dimenticheremo il senso di appartenenza e comunità, di senso civico e di giustificato sentimento di orgoglio manifestati con le bandiere, le canzoni che abbiamo ascoltato da migliaia di balconi e finestre aperte su strade e piazze deserte. E non dimenticheremo loro, le migliaia di “angeli”, uomini e donne, di tutte le età, che stanno lottando in trincea per noi. Abbiamo bisogno di un nuovo sguardo sul futuro e di tanta audacia per ricominciare; il domani del nostro Paese dipende molto anche da noi, oltre che dall’Europa, se realmente unita. Di barbarie del pensiero il secolo scorso ci ha dato più testimonianze. Altri aggettivi aggiungeteli voi. A precious asset for us, to be carefully preserved and nourished, which is still possible only thanks to a feeling of trust and cultural and professional identification with the world of Italian lighting, which has supported us and continues to do so today, after almost six decades; sixty, in fact, are the years of this magazine, founded by seven visionaries in an Italy that was committed with all its strength to its future, which was uncertain and strenuous, like the one we are all living now. These reflections of this beginning of the year are certainly not new in the uncertain future that awaits us. A future in which we must believe, after months that we will never forget; just as we will never forget the sense of belonging and community, of civic sense and legitimate feeling of pride, expressed with flags and songs that we have heard from thousands of balconies and windows open on deserted streets and squares. And we will not forget them, the thousands of “angels”, men and women of all ages, who are fighting on the front line for us. We need a new look at the future and a lot of courage to start again; the future of our country depends very much on us, as well as on Europe, provided it is truly united. The last century has given us several signs of the barbarity of thought. You may add other words to them. he blank space I leave after those two unexpected words is that of a thought and a prayer for all the people who have left us trying to help us, and for all those who continue, at the risk of their lives, to commit themselves for our sake. An editorial that was born with difficulty, not only to present what you will see or read in the following pages – a good quality issue of LUCE, in terms of content, images, and graphics –, but above all an editorial written to thank the many protagonists who have allowed us to achieve it: authors, collaborators, and all those who have dedicated us some time in these unimaginable and difficult weeks to share their projects and ideas. And if each issue is a commitment that is hardly ever fully finished, week after week, this March issue, edited in the sad and sorrowful times we are experiencing and that our country lives with dignity, words of thanks and responsibility have never been so important, appropriate, and necessary, to strengthen the vital mutual trust between LUCE and its readers. EDITORIAL / LUCE 331 17