LUCE 329 | Page 34

sono stato chiamato in Belgio dalla Academy of Sadhana per ricostruire e realizzare l’Ultima Cena dal vero. Hanno chiamato Dante Ferretti per l’impianto scenografico e me per illuminarlo. Il progetto è incentrato su una sola inquadratura che, partendo da fuori le finestre e svelando un paesaggio, pian piano entra in un ambiente, scoprendo una stanza vuota. Poi inizieranno a vedersi gli apostoli. Inizialmente il centro della composizione è vuoto e gli apostoli attendono Gesù, che entrando successivamente si pone al centro compiendo l’atto della benedizione. Il tutto durerà alcuni minuti. 32 LUCE 329 / LANTERNA MAGICA Saranno anche realizzati i ritratti degli apostoli e il progetto andrà in molti musei del mondo. Sono felice di questo progetto che si sta concretizzando attraverso questa forma inedita... pian piano si sta completando. Quest’opera sul Cenacolo, dalla sua descrizione penso abbia una forte impostazione teatrale. Oltre al cinema lei ha collaborato con Luca Ronconi nella mirabolante versione televisiva dell’Orlando Furioso, un lavoro che ha segnato un’epoca, in Italia e non solo. Come nacque quell’esperienza? Fu lo scenografo Pier Luigi Pizzi a chiamarmi, Luca era timidissimo… Avevano entrambi visto Il conformista di Bernardo Bertolucci. Questo progetto giunse in un momento perfetto, in cui sentivo istintivamente il bisogno di mixare ciò che avevo acquisito sul set cinematografico al teatro. Luca mi spiegò la sua visione recitandomi a memoria l’Orlando, e io cercai di captare il suo concetto preparando i movimenti della macchina da ripresa in un modo inedito, che non ha niente a che vedere con la naturalezza, ma tutto attraverso l’invenzione e l’immaginazione. Ne fui inizialmente spiazzato! Ma questo spiazzamento mi fece compiere un salto. Compresi che nella messa in scena teatrale rielaborata e tradotta in versione televisiva, la luce doveva ancor più muoversi ed essere dinamica. Si trattò di ricreare un mondo onirico girato in interni; le riprese furono effettuate nel Palazzo Farnese di Caprarola, nelle Terme di Caracalla e nei teatri di Cinecittà, attraverso una messa in scena che riecheggiava la tradizione pittorica e architettonica rinascimentale. I luoghi e gli ambienti erano intrisi di un realismo magico che, come nella versione teatrale di Spoleto, mostrava le macchinerie sceniche e i segreti che consentivano i lunghi percorsi, le fughe prospettiche e i movimenti all’interno dei suggestivi ambienti, tali da creare inseguimenti, fughe, e descrivere le gesta di Angelica, dei paladini e dei saraceni loro avversari. Un film interamente girato su un set “reale”, ma non solo? Dar luce e muoversi in quegli spazi con la macchina da ripresa attraverso l’infilata di stanze affrescate, lungo le volte dei sotterranei inondati, salire lungo la scala elicoidale fino alle soffitte abbandonate, dovermi rapportare a impedimenti, filtri e interferenze date dall’architettura, mi aiutò a completare il mio linguaggio espressivo. Ronconi mi declamava come immaginava i quadri visivi e io dal canto mio proponevo delle soluzioni. Ho avuto la fortuna di lavorare con un gruppo di attori straordinari e disponibilissimi, tra cui Massimo Foschi, Mariangela Melato, Luigi Diberti, Ottavia Piccolo, Edmonda Aldini, Michele Placido, ecc. Li pregai di provare per me, consentendomi di preparare e calibrare i movimenti della macchina da ripresa, per poi proporre a Luca le mie soluzioni, ma non sempre andavano bene! E Luca mi rispiegava tutto! Il senso delle parole, la poetica, e dovevo ritradurre tutto attraverso le sue visioni. “Ho sbagliato, scusate!”, dicevo sul set agli attori, e ricominciavo da capo, fin che Luca mi dava l’ok. Capii quanto dovevo mettermi completamente a disposizione per arrivare a quel risultato! E ancora una volta mi ricollego ad Albert Einstein e alla sua affermazione “L’immaginazione a volte è più importante della conoscenza”. Un pensiero per me scioccante! È stata un’esperienza e una scuola straordinaria, mi è dispiaciuto soltanto non poterla completare, perché era stata preorganizzata dalla produzione esecutiva in un modo non così complesso come Luca aveva immaginato e fu necessario un tempo di lavorazione molto più lungo. Girai circa 2/3 delle riprese e dovetti partire per iniziare Ultimo Tango a Parigi; il lavoro fu completato da Arturo Zavattini. Fu un progetto molto complesso, ma aveva ragione Luca!