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era padrone delle tecniche di calcolo ed era fortemente curioso. Ricordo che un giorno, mentre stavamo analizzando alcune formule di una pubblicazione CIE sulla quantificazione dell’abbagliamento, di fronte a una mia evidente espressione di perplessità mi disse: “è per quell’angolo al quadrato al denominatore, vero? Non piace neanche a me. Ma queste sono formule empiriche, ti ci devi abituare”. Amava insegnare, ma non tutti potevano capire le sue spiegazioni perché presupponeva che tutti avessero una preparazione pari alla sua. Ho lavorato con lui al programma “Luce per l’Arte” per circa quattro anni e ho avuto modo di affrontare progetti molto particolari: non si disponeva degli strumenti e dei materiali di oggi, progettualità e ricerca si fondevano insieme e niente era facile. Da Mario ho imparato tanto: era un continuo esercizio alla modifica, al disegno dell’accessorio, alla definizione di versioni speciali che venivano pionieristicamente sottoposte all’attenzione dei costruttori. Ciò che più apprezzavo in lui era l’onestà intellettuale e la schiettezza: in maniera molto elegante sottolineava sistematicamente la differenza tra la sua competenza e quella dell’interlocutore e altrettanto elegantemente gli dava dell’incompetente, se necessario. Mi capita spesso di ripetere ai miei collaboratori alcune frasi che lui diceva a me, è il mio modo per tenere sempre vivo il suo ricordo. Marinella Patetta Alessandra Reggiani Lighting designer, AR Lighting Impossibile parlare di luce in Italia e non collegarsi in qualche modo a Mario Bonomo. Nella sua lunga vita, Mario si è sempre occupato di luce: ha realizzato progetti importantissimi, è stato uno dei fondatori di AIDI, è stato autore di numerose pubblicazioni, è stato un professore capace di educare e infondere passione a più di generazioni di progettisti. Il suo modo di fare, apparentemente brusco e sbrigativo, era solo la facciata di un momento: il suo grande cuore, la sua ironia, la sua capacità di aprirsi agli altri con generosità e senza mai una punta di supponenza, emergevano con grande evidenza solo dopo un semplice scambio di battute. Stimolante e attento, Mario sapeva accogliere come pochi: ricordo il mio primo Convegno AIDI, nel 1995 ad Ancona, i suoi complimenti per la mia presentazione e per le mie ricerche, le tante domande – piene di un interesse concreto – e, soprattutto, l’inizio di un’amicizia immutata negli anni. Ricordo la sua lettera quando sono stata eletta Presidente della Delegazione AIDI Lazio e Molise: di sincero affetto, un attestato di grande stima che sono onorata di aver ricevuto; o l’inesauribile disponibilità a dispensare consigli e la sua generosità a inviarmi bellissime immagini dei suoi lavori a supporto delle mie lezioni… Ricordo il piacere della sua compagnia in tutte le occasioni di incontro, soprattutto in questi ultimi anni in cui mi sono avvicinata di più alla vita associativa, la sua ironia intatta e, forse, accresciuta, il suo sembrare sempre un ragazzino pieno di entusiasmo a dispetto dell’inesorabile scorrere del tempo. Mi piace ricordarlo nei nostri ultimi incontri in occasione dei Consigli Direttivi, abbronzato perché da pochi giorni rientrato dalla settimana bianca, con la sua calorosa e schietta risata alla mia esclamazione “Sei un mito!”, o con le sue battute scherzose quando andavo a salutarlo con grande affetto, come si saluta un grande uomo che in qualche modo ha sempre fatto parte della tua vita. Grazie Mario, uomo di luce, ci mancherai. Ma della nostra vita continuerai sicuramente a fare parte. Maurizio Rossi Politecnico di Milano, direttore del Master in Lighting Design & LED Technology Ho conosciuto Mario al Politecnico di Milano a metà degli anni ‘90, quando Alberto Seassaro lo coinvolse, con Marinella Patetta, Pietro Palladino, Roberto Musante e il sottoscritto, nel gruppo che definì le basi del progetto del Laboratorio Luce del Politecnico di Milano. Il suo contributo fu fondamentale. Sin dagli anni ‘80 lui collaborò, come docente di primaria importanza, ai primi corsi di perfezionamento post laurea in illuminotecnica organizzati al Politecnico, che poi si sarebbero trasformati nell’attuale Master in Lighting Design & LED Technology. Presso la Facoltà del Design ha insegnato Illuminotecnica fino al 2009, mentre nel master ha avuto docenze fino a pochi anni fa. Da lui ho imparato molto, sia nei corsi che Lighting designer, Metis Lighting Devo essere sincera, ancora non ci credo. Mario è stato parte della mia vita professionale ancora prima di cominciarla. Lui è stato uno dei docenti del primo Corso post universitario di Lighting Design, nel 1985 al Politecnico di Milano. Forse il primo vero confronto tra il mondo degli ingegneri che si occupavano di illuminazione e dei lighting designer che ancora in Italia si chiamavano “progettisti illuminotecnici”. Da allora è stato mio maestro, mio collega nella docenza, mio collega nella professione. Sempre con una grandissima curiosità e un’apertura alle novità che mi stupiva ogni volta. Sempre pronto a imparare qualcosa di nuovo, nonostante la sua grande esperienza, o forse proprio per questo. Mi ricordo di averlo anche bonariamente ripreso qualche volta. Facevamo il corso insieme e lui non riusciva mai ad attenersi al programma che avevamo concordato… a un certo punto della lezione andava a braccio, dove lo portava il cuore, come si dice. Mai avaro nei confronti degli studenti ai quali dava massima disponibilità se percepiva anche da loro reciproco interesse e passione. Grande Mario. Molte generazioni devono la loro conoscenza della luce alle sue lezioni. Grande umanamente, nella sua leggerezza, nella sua meravigliosa umanità. Super Mario, instancabile, sempre con una marcia in più! Durante le gite a cui abbiamo partecipato non si tirava mai indietro, era sempre pronto al divertimento e alla partecipazione. Con qualche “pisa” durante i trasferimenti in bus. Io gli ho voluto bene e lo ricorderò per sempre. 18 LUCE 329 / LUCE Basilica di San Francesco, Assisi