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¶ RICERCA E INNOVAZIONE Luce per la ricostruzione filologica e per riconfigurare lo spazio architettonico La Biblioteca di Santa Marta a Firenze di Carla Balocco*, Giulia Volante* I l tema della luce è un tema attinente la vita, il lavoro, la salute, la funzione dello spazio e dell’edificio storico, spesso appartenente al Cultural Heritage, e si connette a forti e complessi significati simbolici, storici e culturali, con valenze e implicazioni sociali, formative, economiche, politiche ed energetiche. Con questa ricerca abbiamo messo a punto un metodo di sperimentazione e monitoraggio ambientale in riferimento continuo al contenuto informativo che la luce può trasportare. L’analisi dei dati sperimentali misurati è stata condotta considerando non solo il rispetto dei valori limite (la quantità di luce) suggeriti dagli standard attuali, anche in merito alla tutela e conservazione preventiva, ma anche in termini di finitezza del flusso neghentropico utilizzabile (la qualità della luce), derivante dal Sole e dal Cielo e da altre fonti di luce artificiale, fattori entrambi necessari per la ricostruzione filologica e la riconfigurazione architettonica dello spazio interno di una chiesa, oggi biblioteca universitaria, nota come di Biblioteca di Santa Marta a Firenze. Lo studio della luce e dell’illuminazione allo stato di fatto è stato importante, impegnativo e complesso, ma ha permesso di individuare i contenuti informativi, i segnali appunto, le criticità, gli elementi e i caratteri storici e filologici che la luce, interpretata e letta come canale di trasmissione di segnali, può trasferire e comunicare. Introduzione Pensare alla luce per una biblioteca è un compito complesso ma intrigante. Specie quando si tratta di edifici storici e di culto, come la biblioteca di Santa Marta, presso la Scuola di Ingegneria dell’Università degli Studi di Firenze, per cui la luce va pensata per una ecclesia, ovvero la comunità di studiosi, di ricercatori, ma anche semplicemente di lettori. Un ambiente di trasmissione 22 LUCE 328 / RICERCA E INNOVAZIONE di informazioni e cultura attraverso mezzi e tecnologie avanzate, ma insito in un edificio di pregio storico e artistico e, nello specifico, all’interno di una chiesa, è quindi il caso di studio. Abbiamo uno dei tanti esempi di spazi all’interno di edifici storici trasformati in altro, in relazione alle loro funzioni originarie, per ridistribuzione funzionale e utilizzo, per cui anche la luce (specie quella naturale) è stata pensata, progettata e controllata per scopi diametralmente opposti a quelli che oggi le sono richiesti. Inoltre, la biblioteca, come spazio e suo utilizzo, nonché le stesse pratiche di lettura, si sono trasformate, contemporaneamente al fatto che quasi tutti gli studiosi oggi hanno sostituito al blocco di appunti o ai brogliacci il computer portatile, con la conseguente necessità di una postazione di lettura più ampia rispetto al passato, dove comunque poter consultare anche testi, manuali e il resto dei sussidi necessari allo studio e alla ricerca. Ci sono postazioni da cui fare ricerca nonché consultare direttamente in rete la letteratura e bibliografia cercate. Spazi, zone e percorsi all’interno di una chiesa del Cultural Heritage che ha conservato la sua forma e struttura, ma ha visto trasformate funzioni ed utilizzo, richiedendo uno studio della luce particolare, perché indirizzato a definire soluzioni di illuminazione di qualità e con contenuto informativo, per restituire valore e significato storico, architettonico e culturale all’ambiente. Materiali e Metodi Primo cruciale passo dell’approccio metodologico che proponiamo è la sperimentazione e monitoraggio ambientale in riferimento continuo al contenuto informativo che la luce può trasportare. L’analisi dell’ambiente e la definizione di un protocollo di misura sono stati strettamente connessi alla ricerca storica e alla ricostruzione filologica e riconfigurazione architettonica dello spazio interno della chiesa, oggi biblioteca universitaria (Fig.1). La raccolta dei dati e delle informazioni è stata fondamentale: • Il rilievo, anche diretto, dell’ambiente e la restituzione in formato digitale (piante, sezioni, prospetti); • Descrizione e dimensioni dei componenti dell’ambiente (finestre, porte, balconi, cornici, controsoffittature); • Descrizione e dimensioni degli arredi e degli oggetti amovibili; • Descrizione e dimensioni degli oggetti/opere presenti: classificazione in base alla fotosensibilità dei materiali costituenti; • Classificazione dei materiali presenti per caratteristiche termo fisiche, ottiche, fotometriche e colorimetriche; • Individuazione degli schemi delle reti elettriche, cavi, attacchi, cablaggi e centraline, nonché posizionamento delle luci di emergenza; • Individuazione della eventuale presenza di sensori e sistemi di regolazione del flusso luminoso dei corpi illuminanti artificiali e loro classificazione; • Rilevazione di eventuali sistemi di schermatura delle finestre di tipo manuale o regolato in funzione dell’intensità della luce naturale entrante; • Dati e informazioni sui corpi illuminanti presenti in ambiente per geometria, dimensioni, posizionamento angoli di puntamento e loro caratteristiche ottiche, colorimetriche e fotometriche. Si è fatto riferimento sia a studi storico-bibliografici, utili alla comprensione dello spazio, del luogo e della forma architettonica, che a recenti fonti di letteratura internazionale, ma soprattutto alle misure su campo per caratterizzare dal punto di vista ottico, fotometrico e colorimetrico i diversi materiali e superfici 1 . Sono state effettuate misure dirette di illuminamento sul corpo lampada e sulle pareti. Ricerche mirate su fonti di letteratura e cataloghi tecnici hanno consentito di risalire al flusso luminoso, temperatura di colore e curva fotometrica delle lampade presenti (sorgenti e ottiche secondarie). Le misure sono state molte e non sempre è stato possibile realizzarle con totale continuità, a causa delle ridotte possibilità di accesso cui talvolta si sono sommate difficoltà pratiche, spesso dovute a condizioni meteorologiche non ottimali per il rilievo della luce naturale. Alcune misure sono state effettuate anche su superfici particolarmente estese, utilizzando le tecniche tradizionali di rilevamento basate sull’impiego di luxmetri, colorimetri e griglie di punti di misura adattate alle dimensioni degli spazi e dei differenti piani, ma impostate su tecniche e soluzioni ad hoc che garantissero ripetitività e sequenzialità della misura stessa in tempi ridotti. Il set-up sperimentale ha previsto: • la definizione e la predisposizione della griglia di illuminamento come riportato nella UNI EN 12464-1:2011 2 ; * Dipartimento di Ingegneria Industriale Università degli Studi di Firenze