che credono nel lavoro di équipe, grazie ai
quali il progetto illuminotecnico entra nella
fase di concept del progetto, non solo nel suo
sviluppo. Un buon progetto di architettura
diventa tale quando le condizioni di partenza
sono buone”.
Sul tema del ritardo culturale e sul rapporto
anomalo tra progettazione e produzione torna
Alessandro Grassia, lighting designer di Roma.
“Primo, i corsi che trattano il tema della luce
sono pochi e marginali, mentre
nell’architettura l’aspetto illuminotecnico
è importante in termini di qualità degli spazi
e di risparmio energetico. Secondo, a
differenza di altri paesi, in Italia la professione
di lighting designer non ha un riconoscimento
di mercato. Sono ancora molti, troppi, i
professionisti che ritengono di poter fare
tutto in autonomia. O meglio, presuppongono
di saper fare tutto da sé. E spesso si
appoggiano alle aziende produttrici, ma
con risultati spesso insoddisfacenti. Un tema,
quello della mancanza di cultura tecnica,
che si riflette anche nella pubblica
amministrazione, sempre più spesso alle prese
con interventi di rifacimento degli impianti
di illuminazione pubblica: spesso, molto
spesso, le stesse commissioni di gara non
hanno competenze adeguate per valutare
la bontà di una proposta o di un’offerta
tecnica. E capita spesso di registrare esiti
di gara in cui si premiano gli aspetti estetici,
non quelli di qualità della luce. C’è quindi
bisogno di allargare le competenze. Per questo
dico che c’è ancora molta strada da fare.
Anche se occorre ammettere che la
preparazione nel nostro campo, alle prese con
i repentini cambiamenti, non è mai sufficiente.
Un aiuto lo possono sicuramente offrire i
master post laurea. C’è da augurarsi, infine,
per ottenere esiti progettuali e realizzativi di
qualità, che cambi il rapporto tra il mondo
della progettazione e quello della produzione”.
“Il ritardo culturale esiste tuttora – sostiene
Giacomo Rossi. Non per niente, anni fa, è stata
costituita l’Apil (Associazione dei professionisti
dell’illuminazione, ndr). Manca ancora una
cultura diffusa della luce, nonostante ciò che
ci viene insegnato nelle scuole di architettura,
e questo perché non esiste l’obbligo di un
progetto di illuminazione. Per rispondere
a questo problema servirebbe un maggior
ruolo delle università. Certo, la materia
ha prerogative tutte sue e le conoscenze
tecnico-fisiche sono fondamentali per
la qualità del progetto. Ciò che serve è una
maggior diffusione delle conoscenze, così
come serve il lavoro che Apil sta conducendo
sul fronte della progettazione illuminotecnica
integrata alla progettazione architettonica.
Ripeto, l’università è il luogo più adatto,
con corsi specialistici che dovrebbero entrare
a far parte dei corsi di base. Poi, servirebbe
un maggior dialogo tra gli attori, tra i
progettisti e i produttori, e servirebbe maggior
rispetto dei ruoli. Non è pensabile che parte
della funzione progettuale venga assorbita
da quella produttiva”.
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LUCE 328 / FORMAZIONE
Alessandro Grassia
Roma / Rome
"Occorre ammettere che la
preparazione nel nostro campo,
alle prese con i repentini
cambiamenti, non è mai sufficiente
/ We all know that the knowledge
in our field, dealing with
continuous sudden changes,
is surely never enough"
Cinzia Ferrara
Milano / MIlan
"Noi siamo i campioni delle
soluzioni alternative, quelle
cosiddette all’italiana / We are
the champions of alternative
solutions, the so-called Italian way"
Anna Busolini
Udine
"Registro una ricerca formale sui
singoli apparecchi, ma una scarsa
attenzione alla qualità della luce
realizzata / I observe a formal
research on the single device, but
a lack of attention to the quality
of the final lighting"
Giacomo Rossi
Milano / MIlan
"Servirebbe un maggior dialogo
tra gli attori, tra i progettisti
e i produttori, e servirebbe
maggior rispetto dei ruoli /
A greater dialogue between
the actors, in this case the
designers and the producers,
and greater respect for the mutual
roles would be needed"
Filippo Cannata
Benevento
"Se paragoniamo il nostro
cammino con quello di altri settori
professionali, ritengo che in Italia si
stia compiendo il giusto percorso. /
If we compare our journey with
that of other professional sectors,
I believe that in Italy we are taking
the right path"