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Figura 3. Villa di Sir Labouchère (Villa Cristina) a Montughi, nei dintorni di Firenze / Villa of Sir Labouchère (Villa Cristina) in Montughi, near Florence in presenza di sola luce artificiale; nella “zona absidale” sono inferiori ai 150 lx; la navata centrale mostra valori di illuminamento nel campo di 150 lx e 200 lx in presenza di commistione tra luce naturale e artificiale. Tutti questi valori non rispettano le prescrizioni normative per ambienti destinati a compiti visivi di lettura/scrittura come una biblioteca (Tabella 1): sono infatti richiesti valori di illuminamento medio di 500 lx. Ma se si fa riferimento alle indicazioni del CEI (Comitato Episcopale Italiano) per l’illuminazione dei luoghi di culto, i valori di illuminamento consigliati sono compresi tra 50 e 150 lux per l’illuminazione generale, e per la zona dell’altare tra 150 e 300 lux; pertanto, quelli misurati li rispettano sempre. Si riporta a titolo esemplificativo, in Tabella 1, il risultato dell’elaborazione dei dati misurati, relativi a tre ore significative di utilizzo dell’ambiente. In particolare si nota che sui piani di lavoro i valori di illuminamento sono particolarmente bassi e sempre molto inferiori ai 300 lx, quindi sotto i limiti previsti dalla normativa; risulta invece almeno parzialmente verificata, ovvero in compresenza di luce naturale ed artificiale, la prescrizione normativa riguardante la zona di fondo, cui è richiesto un valore di illuminamento medio non superiore a 100 lx. Dopo aver costruito un modello solido architettonico tridimensionale dell’ambiente, caratterizzando tutti materiali, le superfici ed oggetti per aspetti termo fisici, ottici e fotometrici e colorimetrici misurati e/o calcolati, è stato definito un modello di simulazione illuminotecnica utilizzando i dati sperimentali sia del clima luminoso interno, quindi i valori di illuminamento e luminanza misurati, sia del clima esterno, ovvero le condizioni di cielo e di sole, l’intensità della radiazione solare diretta e diffusa, nonché l’indice di soleggiamento. L’analisi informazionale dei risultati delle simulazioni (sul contenuto informativo dei segnali luminosi) ha evidenziato la netta separazione, dal punto di vista della trattazione e progettazione della luce, tra la luce naturale e la luce artificiale: una demarcazione differenziale della storia stessa dell’illuminazione dell’ambiente, tra il prima Figura 4. Veduta del sontuoso salone della villa di Sir Labouchère (Villa Cristina) a Firenze / View of the sumptuous hall of Sir Labouchère's villa (Villa Cristina) in Florence come chiesa ed il poi, oggi, come biblioteca. La mancanza di integrazione e combinazione ottimale tra le sorgenti di luce naturale e artificiale è testimoniata anche dalle restituzioni foto-realistiche sulla distribuzione e uniformità di illuminamento e luminanza nell’intero ambiente (Figura 7) e di ciascuna zona (Figure 8-9). Si evince la mancanza di equilibrio e omogeneità nella distribuzione e uniformità della luce. Il clima luminoso presente produce anche un certo costo energetico: vedere e vedere bene ha sempre e comunque implicazioni energetiche. Dal calcolo sui consumi energetici annuali e dei costi si deduce: un valore del LENI di 22-33 kW/m2anno 9 , con conseguenti costi annuali di manutenzione pari a 3.093 – 4.528 Euro e, quindi, un consumo di 10.300 – 15.100 kWh/anno. Se manca la quantità di luce per una corretta visione, anche in condizioni di compresenza di luce naturale e artificiale, non si può che constatare la medesima condizione in merito alla qualità della luce e, quindi, alla qualità di visione e percezione, del tutto assenti. La luce naturale di fatto trasporta informazioni e ha un alto contenuto negentropico (informazionale e relazionale, 8 ): comunica la forte presenza di una funzione storica, liturgica, ecclesiastica, come semiosi dei segni, simboli rituali e liturgici e filologici, che si traducono in spazi di luci e ombre tipiche, appunto, dell’architettura della ecclesia e del seminario. che sia energeticamente sostenibile, ma soprattutto di qualità, di contenuti (informativi) e di comunicazione. La negentropia è informazione, è l’insieme di segnali con contenuto informativo trasmesso di cui la luce costituisce il canale di trasmissione. Attraverso il metodo che proponiamo la luce e l’illuminazione vengono utilizzate, interpretate e lette per elaborare il segnale (insieme di messaggi) informativo. È sufficiente la condivisione da parte del lighting design dello stesso codice (trasmissione dell’informazione), aggiungendo nella comunicazione relazionale un intervento ermeneutico filologico e di contenuto, ovvero interpretativo, per dare e ri-trovare il senso fisico, culturale, storico e sociale, oltre che nel codice (trasmissione di informazione per mezzo della luce), nella rete contestuale ed extracontestuale, per arrivare con il progetto di luce alla qualità e comunicazione informativa del “senso comune”, ovvero ciò che viene percepito, esperito, provato da tutti e che piace a tutti. L’approccio metodologico che proponiamo permette dunque di arrivare a un progetto di luce informazionale, perché di qualità nella quantità, e relazionale, perché caratterizzato dalla comunicazione e quindi dalla trasmissione di informazioni (neg-entropia) intersoggettiva che costituisce il “senso comune”. Il metodo proposto può risultare un utile supporto per una progettazione illuminotecnica basata sull’uso qualitativo della luce, ovvero per un nuovo approccio progettuale che porta a spostare l’attenzione sulla qualità a partire dalla valutazione di una corretta quantità (di luce, di visione e di percezione), sul valore Conclusioni Con questa ricerca proponiamo un approccio metodologico che consente di tracciare le basi fondamentali per un progetto illuminotecnico ore 10 Sala lettura ore 14 Abside Sala lettura ore 18 Abside Sala lettura Abside Emin 6.43 1.41 6.59 1.4 6.05 1.38 Emax 245 138 248 141 245 127 Emedium 141 79.2 143 80.8 135 72.1 Emin/Emedium 0.046 0.018 0.046 0.017 0.045 0.019 Emin/Emax 0.026 0.01 0.027 0.01 0.025 0.011 Tab. 1 Valori di illuminamento (lx) e rispettivi rapporti, misurati nelle diverse zone RESEARCH AND INNOVATION / LUCE 328 25