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A tutt’oggi non vi è un consenso unanime generale sull’applicabilità delle scoperte scientifiche inerenti gli effetti non visivi (non image forming, NIF) della luce artificiale nella pratica del lighting design. Anche prima della scoperta della melanopsina e delle cellule gangliari intrinsecamente fotosensibili (ipRGC), vi erano opinioni differenti tra coloro che volevano queste nuove informazioni sugli effetti NIF della luce inserite immediatamente nella pratica del lighting design e coloro che invece sostenevano un approccio più cauto, richiedendo di continuare le ricerche in questo settore, sia per valutare gli effetti benefici, sia per evitare eventuali conseguenze negative non ancora evidenziate dalla ricerca. Questa divisione sussiste tutt’oggi, sebbene siano aumentate le evidenze scientifiche degli effetti NIF e il numero di coloro che ritengono che oggi sia realizzabile un nuovo modo di illuminare, anche grazie alle nuove tecnologie di illuminazione. Il premio Nobel per la medicina 2017 è una testimonianza dell’importanza scientifica dei ritmi circadiani. In questo saggio analizziamo la situazione odierna in questo settore con riferimento agli enti internazionali le cui decisioni hanno ricadute nel settore illuminazione. Gli aspetti inerenti la salute A livello europeo lo Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks (SCENIHR) ha espresso un parere sulla relazione tra illuminazione artificiale e salute degli esseri umani 1 . Questo organismo fu istituito dalla Commissione Europea per fornire pareri scientifici sui rischi sanitari e ambientali emergenti o appena identificati, su questioni ampie, complesse o multidisciplinari che richiedono una valutazione globale dei rischi per la sicurezza dei consumatori e la salute pubblica. In questo rapporto ampio spazio è stato dedicato a una rassegna delle ricerche epidemiologiche che hanno dimostrato che un’illuminazione artificiale inadeguata può alterare il ritmo circadiano con conseguente riduzione della melatonina notturna. Questi due effetti vengono inoltre valutati come un fattore moderato di aumento del rischio di cancro al seno, di problemi gastrointestinali, di disturbi cardiovascolari e di disturbi affettivi. Altri effetti valutati riguardano i disturbi del sonno, causabili dalla componente di luce di corte lunghezze d’onda (blu), eventualmente presente anche nella luce bianca di temperatura di colore fredda, e gli effetti che la luce con queste caratteristiche può avere sull’umore, il livello di vigilanza e le prestazioni cognitive. Lo SCENIHR ha posto in evidenza che questi effetti dipendono dalle caratteristiche delle sorgenti luminose utilizzate, ma soprattutto dalla reale illuminazione a cui gli individui sono sottoposti durante la vita quotidiana. È opportuno osservare che nel parere espresso da questo comitato di esperti si pone l’accento su quali possano essere gli effetti nocivi dell’illuminazione artificiale, con riferimento a specifici parametri di progetto, come la quantità di luce, la sua composizione spettrale e il suo pattern di esposizione giornaliero, ma non si fa alcuna valutazione in merito al progetto di illuminazione nel contesto ambientale in relazione all’individuo. Successivamente la Commissione Europea ha istituito un nuovo comitato, lo Scientific Committee on Health, Environmental and Emerging Risks (SCHEER) che ha lavorato sul tema dei possibili rischi per la salute umana nell’utilizzo dei Led e ha recentemente pubblicato un rapporto su questo argomento 2 . In questo documento si trattano temi come l’abbagliamento, il flicker e si pone particolare attenzione alla questione delle corte lunghezze d’onda della luce che possono essere presenti nell’illuminazione artificiale. In riferimento a questo aspetto lo SCHEER ha concluso che non vi sono evidenze scientifiche dimostrate di rischio fotobiologico dovuto alla componente di luce blu presente nei Led. Il comitato ha però sottolineato che la luce blu prodotta da tutte le sorgenti di luce, compresi quindi gli schermi di televisori, computer e tablet, se utilizzata in tarda sera può avere un impatto sul sistema circadiano umano e causare possibili disturbi del sonno. Tali effetti sono già stati dimostrati da tempo in molte ricerche anche per le sorgenti di luce artificiale diverse dai Led. Inoltre, per i bambini sotto i tre anni, un utilizzo scorretto di sorgenti di luce molto intensa con temperatura di colore fredda, contenente un’elevata quantità di luce blu, potrebbe indurre retinopatie nel lungo periodo. Lo SCHEER ha evidenziato anche che sebbene vi siano studi effettuati su cellule o animali che hanno mostrano effetti avversi dovuti alla componente di luce blu queste ricerche, tuttavia, sono state effettuate utilizzando condizioni e livelli di esposizione di gran lunga superiori rispetto alle situazioni consuete di esposizione degli esseri umani all’illuminazione artificiale prodotta dai Led o da altre sorgenti di luce. Nel documento viene anche evidenziato che la componente di luce blu della luce artificiale utilizzata nell’illuminazione degli interni è di due ordini di grandezza inferiore a quella del cielo azzurro a cui gli esseri umani sono da sempre soggetti. Un’importante riflessione progettuale, che deriva dall’analisi dei documenti prodotti dallo SCENIHR e dallo SCHEER, è il fatto che un’illuminazione circadiana correttamente progettata, installata e utilizzata non è dannosa; al contrario potrebbe esserlo l’illuminazione artificiale, finalizzata esclusivamente agli obbiettivi della visione, che viene tutt’oggi utilizzata negli ambiti lavorativi e residenziali, nell’assoluta inconsapevolezza degli effetti NIF della luce artificiale sul benessere degli esseri umani. In particolare la disponibilità sul mercato di sorgenti di luce con temperatura di colore fredda, utilizzate inconsapevolmente in ore serali, può sfasare il corretto ritmo circadiano umano. Così come può essere nocivo, per il normale ciclo del sonno, l’utilizzo dei moderni schermi retroilluminati con i Led bianchi, che hanno un discreto contenuto di radiazioni luminose di corta lunghezza d’onda 3,4,5 . È per questa ragione che recentemente i produttori dei sistemi operativi «Un’illuminazione circadiana correttamente progettata, installata e utilizzata non è dannosa; al contrario potrebbe esserlo l’illuminazione artificiale, finalizzata esclusivamente agli obbiettivi della visione, che viene tutt’oggi utilizzata negli ambiti lavorativi e residenziali, nell’assoluta inconsapevolezza degli effetti NIF della luce artificiale sul benessere degli esseri umani» di questi dispositivi hanno introdotto una funzionalità che può essere attivata per diminuire automaticamente la componente di luce blu emessa dallo schermo dal tramonto all’alba. In questa modalità di funzionamento gli schermi acquistano una tonalità di colore bianco caldo dovuta alla diminuzione della componente di luce blu. La posizione degli enti internazionali In quest’ambito la CIE ha una posizione prudente, perché dopo la pubblicazione di un primo rapporto tecnico 6 , nel quale si presentavano i primi studi utili a comprendere come l’illuminazione potesse essere introdotta in progetti architettonici ottimali per la visione e per la stimolazione fisiologica e comportamentale, ha presentato una successiva pubblicazione 7 nella quale propone un nuovo percorso di ricerca per l’identificazione di una sana illuminazione negli interni. In quest’ultima si dà comunque come un dato accettato scientificamente il fatto che la luce che entra negli occhi ha anche degli effetti fisiologici e psicologici diversi dalla visione. Viene quindi posto l’accento sulla fondamentale importanza dell’illuminazione artificiale in relazione al benessere, ma anche sulla necessità di approfondire le ricerche in questo settore. Gli aspetti che dovrebbero essere approfonditi dalla ricerca riguardano i processi fondamentali, i pattern di esposizione giornaliera alla luce, l’analisi sui tempi di esposizione più lunghi, la relazione tra le applicazioni progettuali dell’illuminazione e le naturali differenze tra gli individui. Inoltre, il comitato tecnico congiunto JTC9 sta lavorando alla preparazione della raccomandazione CIE system for Metrology of ipRGC influenced light response 8 nella quale si vogliono definire le funzioni di sensibilità spettrale, le quantità e le metriche, per descrivere la capacità della luce di stimolare i cinque tipi di fotorecettori – coni S, coni M, coni L, bastoncelli e ipRGC – che possono contribuire agli effetti NIF della luce negli esseri umani. Altri enti nazionali e sovranazionali hanno pubblicato in anni recenti delle raccomandazioni che forniscono delle prime linee guida a livello scientifico e applicativo per valutare gli effetti NIF. Così è avvenuto RESEARCH / LUCE 326 23