Experience room, parete modulabile pixellizzata a LED, cortesia iGuzzini / Experience room, LED pixellized modular wall, courtesy iGuzzini
e alla piacevolezza nell’abitare gli spazi
costruiti, oltre a rendere più vivibili le città.
Dal tessuto luminoso con morbide celle
Kvadrat della Philips, alla parete diffondente
retroilluminata a LED della iGuzzini nella sua
Experience room. La luce si fa decoro, il decoro
diventa gesto espressivo ma anche linguaggio
di nuove forme di comunicazione.
L’apparecchio per esterni Nightspot della Meyer
denota come il principio di illuminazione
scenica e teatrale sia possibile a misura di palo
urbano, invitando i progettisti a qualificare
porzioni del contesto cittadino con segni grafici
che vanno ben oltre l’illuminazione funzionale.
Diversamente, alcune delle proposte per pali
urbani di nuova generazione sono diventate
delle vere e proprie macchine multifunzionali
dotate di telecamere di sicurezza, postazioni di
ricarica elettrica, punto nodale Wi-Fi, sensori di
presenza e rilevatori di traffico. Il palo della luce
è diventato un elemento parte di un insieme
più grande, una rete di interconnessioni, alla
pari del punto luce nel retail o nel museo, che
può raccogliere informazioni sui ritmi e sulle
quantità delle presenze in una giornata tipo.
Per queste ragioni molte realtà produttrici
di apparecchi di illuminazione, presenti
a Francoforte, hanno optato per la scelta
di partnership strategiche con sviluppatori
di software per relativi componenti elettronici
(Casambi, Helvar…). Il wireless e il Wi-Fi
costituiscono le parole d’ordine per concepire
soluzioni leggere sotto il profilo impiantistico
ma estremamente performanti, all’insegna
della libertà e della flessibilità operativa. Questa
stessa libertà può espandersi esponenzialmente
in senso positivo o può anche costituire
un limite involutivo: la mancanza di un progetto
illuminotecnico strutturato è generalmente
accompagnata da un’assenza di pensiero critico,
sensibile e competente. Il rischio più grande
da scongiurare è determinato dall’eventualità
che la performance tecnologica tout court possa
prendere il sopravvento sul vero significato
che la luce può offrire per migliorare
le condizioni di vita e di godibilità in
architetture e paesaggi che necessitano, oggi
più che mai, di valore aggiunto! Certamente
la scultura di Jaume Plensa non può che evocare
simbolicamente il connubio tra luce e cultura,
richiamando la curiosità dei giovani studenti
del campus universitario del Goethe Universität
verso un’idea di conoscenza che, nella notte
di Francoforte, si fa magica e rassicurante.
Prototipo di sospensione componibile /
Prototype for modular suspension,
Hatec Lichttechnik mbH
LIGHT + BUILDING 2018 SPECIAL REPORT / LUCE 324
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