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al pubblico , con una lettura storiografica e degli ambienti , la storia dell ’ edificio e della città . Si tratta di un “ monumento vivo ”, che ospita ancora le funzioni di potere e rappresentanza per cui è stato concepito . Oggi i visitatori partono dai sotterranei , dove si trovano i resti del Teatro Romano , e salgono in alto fin sulla Torre di Arnolfo . Cuore dell ’ itinerario è di certo il Salone dei Cinquecento , dunque il nuovo impianto di illuminazione contribuisce alla lettura migliore degli affreschi e degli apparati decorativi . Il lavoro è nato da un ’ esigenza “ pratica ”, che si è concretizzata cogliendo una precisa opportunità in un dato momento . Il tutto è stato finanziato da Confindustria . Quello che vorrei trasmettere è il grande entusiasmo che ha animato l ’ impresa . C ’ è stato un grande impegno da parte di tutti ; non parlo solo della professoressa Balocco , di SILFIspa , di Targetti Sankey SpA , ma anche delle singole maestranze , degli elettricisti e degli operai specializzati che hanno messo a disposizione la loro conoscenza e la loro manodopera senza spaventarsi davanti alla mole di lavoro , alle tempistiche davvero ristrette o agli orari . Potrei raccontare tantissimi aneddoti , parlare delle notti passate in cantiere … Credo che Palazzo Vecchio si meriti questo tipo di persone ! Guardando indietro , ripensando agli anni di studio e alla fase di realizzazione vera e propria che è durata quanto un flash , la sensazione è che il livello raggiunto sia davvero altissimo . È stato un viaggio e non avrei voluto che finisse ! La più grande vittoria ? Il fatto che nessuno , soprattutto nessun fiorentino , abbia detto nulla circa il risultato . Non ci sono state critiche , non ci sono stati attacchi . Significa senza dubbio che abbiamo fatto bene .
Carla Balocco
Docente di Fisica Tecnica presso l ’ Università degli Studi di Firenze , Dipartimento di Ingegneria Industriale ; Presidente AIDI Toscana
Quali sono le basi scientifiche del progetto ? Il progetto ha richiesto anni di lavoro , durante i quali si è modificato , adattato e sviluppato , scaturiti da approfonditi studi storici , campagne di misure sperimentali , esperienze e ricerca applicativa pratica su campo . Il valore , l ’ autenticità e l ’ innovazione del progetto stanno proprio nelle sue fondamenta : è partito da un coinvolgimento di molti e diversi attori che hanno sostenuto le nostre idee e ci hanno offerto disponibilità e collaborazione . La concertazione di molti soggetti differenti , con altrettanto differenti competenze , nonché l ’ approccio metodologico integrato su cui si è basata la progettazione illuminotecnica e , quindi , la multidisciplinarietà sono la nota distintiva , il “ quid ” e la chiave del successo con cui è stato condotto , sviluppato ed ultimato il progetto . Illuminare uno spazio come il Salone dei Cinquecento non significa soltanto stabilire la corretta quantità e qualità di luce , valutando la combinazione ottimale tra luce naturale e artificiale , assicurando qualità di visione e percezione e al contempo la tutela e conservazione preventiva del patrimonio storico-architettonico di cui Palazzo Vecchio e i beni in esso contenuti fanno parte : significa anche coinvolgere il luogo , l ’ architettura , la storia . Troppo spesso il progetto illuminotecnico viene affrontato in termini pragmaticamente tecnici , con la definizione delle soluzioni tecnologiche adeguate dal punto di vista energetico e dei risultati quantitativi , senza valutare gli aspetti qualitativi e percettivi che tali soluzioni comportano . Ancora meno frequenti sono i casi in cui il progetto illuminotecnico muove da approfondite analisi di monitoraggio ambientale del clima luminoso preesistente ( illuminotecniche , colorimetriche , ottico-visive , percettive ) e un attento studio delle condizioni di conservazione e di fruizione ottimali degli ambienti museali e delle opere d ’ arte esposte . Ho stilato dunque un concept del progetto radicato nella mia ricerca e nei miei interessi nel settore , anteponendo al problema dell ’ oggetto dinamico , ovvero al progetto illuminotecnico per una Nuova Luce per la Rinascita del Salone , l ’ idea che la luce viene comunque interpretata e quindi ricondotta a stimoli visivi e percettivi che danno adito all ’ elaborazione e rappresentazione mentale dei soggetti / osservatori . Pensavo a come gli effetti di una certa luce diano origine a una sequenza di interpretanti ( chi vede oppure solo guarda … le persone , i visitatori …) e a come questi interpretanti sono di fatto un prodotto collettivo , pubblico , di comunicazione , a come si depositano e configurano nel corso dei processi
DOPO / AFTER
SALONE DEI CINQUECENTO SPECIAL REPORT / LUCE 321 27