Libretto venezia PRP Venezia 2a edizione | Page 27
I tipi di vino prodotti nella terraferma veneziana erano
sostanzialmente due: uno bianco (album) e l’altro rosso (detto
terraneum), mentre è uno solo il vino di cui si hanno precise
indicazioni: è il Raboso, chiamato nei documenti del XIII seco-
lo vinum plavense, che veniva prodotto quasi esclusivamente
nel Trevigiano. La coltivazione di questo vitigno era effettuata
nella pianura che si estende da sud di Conegliano fino alla
gronda lagunare, che era allora vicina a San Donà di Piave 21) .
Poco alla volta i metodi di coltivazione delle viti e di
vinificazione si fanno più raffinati e il vino diventa un
importante capitolo dell’economia agricola. Dalla campagna
esso passa poi nelle città per essere smerciato e arriva, in par-
ticolare, a Venezia, dove i vini pregiati sono privilegio quasi
esclusivo del patriziato.
Fino al tardo Medioevo è tuttavia praticamente impossi-
bile indicare i vitigni coltivati in Europa, e quindi anche nel
Veneto perché la cultura georgica e neogeorgica 22) , che fino
ad allora aveva illuminato le tecniche agricole, non conosce-
va le caratteristiche genetiche dei singoli vitigni.
Le prime descrizioni dei vitigni coltivati nell’antichità
risalgono a scrittori georgici latini, quali Catone, Varrone,
Virgilio, Columella, Plinio il Vecchio; tuttavia sembra molto
improbabile che le varietà coltivate attualmente abbiano le
stesse caratteristiche dei vitigni di allora.
In particolare, i vitigni citati da Plinio nella sua “Storia
Naturale” hanno nomi che derivano spesso dalle località di
provenienza, dalle caratteristiche della pianta o da altre par-
ticolarità e si riferiscono perciò non a un genotipo ben preci-
so, bensì ad un insieme di individui accomunati da una
21)
Cfr. Calò A. - Paronetto L. - Rorato G., Veneto, p. 251.
Dal greco georgikós (“dell’agricoltore”): che fa riferimento alla vita e
alla coltivazione dei campi.
22)
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