LIBERAMENTELIBRANDO Uruk ragazzo del paleolitico | Page 18

specialmente in quei punti dove l’erba cresceva più alta e fitta. Alla fine del pasto a base di bacche, radici, frutta o carne di piccoli e grandi animali (a seconda di quello che era possibile procurarsi), donne e figli piccoli andavano ad accovacciarsi sulle pelli disposte sotto i ripari che nella buona stagione venivano rapidamente innalzati sul territorio nel quale ci si trovava; cacciatori giovani e anziani si fermavano attorno al rosso fiore guizzante, per decidere assieme a Ndruk, il capo della tribù, gli itinerari e le strategie di caccia da seguire al ritorno della luce. Da una stagione di caccia anche Uruk aveva conquistato il diritto di sedersi a discutere attorno al rosso fiore guizzante, e questo lo riempiva di orgoglio e lo faceva sentire importante. Non era più il mocciosetto che fino a qualche stagione prima doveva andare a dormire con la madre subito dopo aver mangiato, al calare della oscurità; o che doveva accontentarsi di guardare da lontano, sotto la stretta sorveglianza dell’esperto Run, le diverse fasi della cattura di una preda. Run era colui che si occupava di istruire i giovani della tribù nella caccia. Era stato Ndruk ad assegnargli questo compito dal tempo in cui quel valoroso era rimasto azzoppato nel corso di una furiosa lotta con un unghiedilanianti, il quale aveva occupato una caverna che era di vitale importanza per la tribù. Senza di essa non ci sarebbe stata la possibilità di passare al sicuro e al riparo i lunghi e freddi giorni dell’interminabile stagione dal gelido manto bianco. 19